Giovedì 2 Maggio 2024

Trattenere i talenti in azienda. In Italia non si fa abbastanza

LE AZIENDE italiane non fanno abbastanza per trattenere i propri talenti. Che sempre più spesso decidono di cambiare lavoro perché...

Trattenere i talenti in azienda. In Italia non si fa abbastanza

Trattenere i talenti in azienda. In Italia non si fa abbastanza

LE AZIENDE italiane non fanno abbastanza per trattenere i propri talenti. Che sempre più spesso decidono di cambiare lavoro perché poco soddisfatti, desiderosi di crescere economicamente e professionalmente. E quando si pone il problema di sostituirli, gli imprenditori non credono che l’Intelligenza Artificiale possa rappresentare lo strumento del futuro per selezionare le risorse umane. Un quadro preoccupante quello dipinto da Infojobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, nell’indagine ‘Upskilling e Reskilling’ svolta su un campione di 158 aziende e oltre 1.300 candidati. Lo studio evidenzia infatti come, a fronte di un 48,6% di candidati non appagato dal lavoro attuale e quindi alla ricerca di nuove occasioni professionali, ci sia il 57,1% delle aziende che conferma di non aver attuato negli ultimi mesi alcuna strategia per trattenerli. Eppure le aziende sembrano avere chiaro come la perdita di un dipendente rappresenti un problema, per due motivi fondamentali: implica la ricerca di una nuova risorsa da formare (39,4%) e richiede una riorganizzazione del lavoro in caso di dipendente con mansioni ben precise (25,5%). La percentuale aumenta per figure chiave del business difficilmente sostituibili (30%).

Dalla ricerca è emerso che i talenti evidenziano mancanza di attività volte a trattenerli in azienda. E in effetti solo il 42,9% dei datori di lavoro afferma di essersi mosso per provare a coinvolgere e mantenere ingaggiati i dipendenti migliori. Tra le varie leve utilizzate spicca, con il 52,7%, l’aumento di salario, seguito da lavoro ibrido e welfare aziendale (entrambi con il 31%), un percorso di carriera chiaro (27,3%) e la formazione (20%). Contrariamente, le aziende che hanno deciso di non attivare leve per trattenere i talenti lo hanno fatto perché fermamente convinte del proprio prestigio e dell’ottimo ambiente di lavoro offerto ai dipendenti (56%), mentre il 33,6% non ha abbastanza fondi per poterlo fare e Il 10,3% è consapevole che, una volta presa la decisione di abbandonare l’azienda, nulla possa trattenere i dipendenti che vogliono andarsene.

Quasi il 60% delle aziende intervistate mette in pratica politiche di reskilling: il 24,8% di esse lo considera un metodo adottato per limitare il turnover ed essere più competitive, mentre con la stessa percentuale di aziende rispondenti (17,1%) è sia un modo adottato per trattenere i dipendenti validi in caso di esternalizzazione di servizi o processi di globalizzazione che sostituiscono determinate funzioni, sia una leva che ha aumentato la sua credibilità dopo il fenomeno della ‘great resignation’.

Infine l’indagine indaga un tema molto dibattuto, ovvero il percepito delle aziende sull’Intelligenza Artificiale nello scenario lavorativo. L’IA è infatti parte integrante del nostro quotidiano in fatto di tecnologia, ma solo il 19,2% delle aziende la vede come un fattore di aiuto nella selezione delle risorse umane. Per un modesto 7,7% l’IA può essere utile per snellire le procedure e far emergere il talento dell’individuo, mentre la stessa percentuale di aziende (7,7%) la vive come una minaccia per molti lavori, non solo per il mondo Hr.

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