Giovedì 25 Aprile 2024

Zanzare, perché dopo le punture si formano i pomfi. E sono diversi da persona a persona?

Tre domande all’entomologo Claudio Venturelli

Roma, 26 giugno 2023 – Zanzare e pomfi: come si formano? E sono diversi da persona a persona? Lo abbiamo chiesto a Claudio Venturelli, entomologo che alle zanzare ha dedicato anche un libro, "Questione di culex”, dal nome del tipo comune che è anche la colonna sonora sgraditissima delle nostre notti estive.

Zanzare e punture: cosa c'è da sapere sui pomfi
Zanzare e punture: cosa c'è da sapere sui pomfi

Perché si formano i pomfi dopo le punture?

Spiega Venturellli. “La zanzara, per poter suggere il sangue, lo rende meno coagulato attraverso una sostanza che è contenuta nelle ghiandole salivari.

In questo modo, con il suo apparato boccale davvero piccolo, può prelevare la goccia di sangue in fretta. Perché mentre punge anestetizza, con una grandissima capacità di trovare il capillare fra l’altro, ma poi dopo 40 secondi scatta il prurito, quindi ‘la vittima' se ne accorge”. E la zanzara è a rischio.

A cosa si deve l’arrossamento della pelle?

"L’arrossamento e il pomfo sono dovuti alla reazione dell’organismo che richiama tutti i globuli bianchi pronti ad aggredire l’intruso. La zanzara diventa pericolosa quando può immettere patogeni”.

La reazione alla puntura cambia da persona a persona?

"Assolutamente sì – conferma l’entomologo -, perché cambia la risposta del sistema immunitario delle singole persone. Alcuni pensano addirittura di non essere stati punti perché non vedono la reazione allergica. Ma è solo un’illusione”.