Giovedì 25 Aprile 2024

Wilma, Emanuela e la lunga scia di misteri italiani

Matteo

Massi

Wilma era una ragazza di 21 anni, quando il suo corpo fu ritrovato sulla spiaggia di Torvajanica. Era l’11 aprile del 1953 e lei era scomparsa due giorni prima. Il caso Montesi è il primo di una lunga serie di misteri d’Italia. Ma a differenza di altri misteri che hanno avuto – dopo una lunga, articolata e spesso tribolata parabola processuale – una sentenza che identifica il colpevole, non si sa ancora chi uccise Wilma Montesi. Fu anche il primo scandalo di un Paese, a guida democristiana, appena uscito dalla guerra, in cui il potere fu tirato in ballo e in cui la parola intrigo annodata al potere stesso restò (per settimane) sulle prime pagine dei giornali dell’epoca. Sulle quali finirono, tra l’altro, Attilio Piccioni, vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri (che un anno dopo si dimetterà) e suo figlio Piero, musicista jazz e fidanzato al tempo di Alida Valli, scagionato poi da ogni accusa.

Settant’anni dopo, senza un colpevole per il delitto di Wilma Montesi, suona più come una suggestione che altro, il fatto che Pietro Orlandi, fratello di Emanuela (sparita a 15 anni nel 1983, a trenta di distanza da Wilma), entri in Vaticano per essere ascoltato. Sembra una svolta, una di quelle che hanno accompagnato questo caso, come quello di Wilma Montesi. Ma concretamente dopo tanti anni né giustizia né verità si sono mai materializzate. L’intreccio dietro alla scomparsa di Emanuela Orlandi, in un Paese che nel frattempo era decisamente più maturo rispetto a quello del 1953 se non altro per la ciclica riproposizione dei cosiddetti misteri d’Italia, è diverso. Perché sullo sfondo le ombre si sono annidate da subito sul Vaticano, ma hanno lambito comunque il potere. Come per Wilma si è alternata una quantità infinita di ipotesi, spesso utili solo a ingrossare il reparto fiction o la pubblicistica sulla vicenda. Sta di fatto che dopo settant’anni non si sa ancora come è morta Wilma e dopo quaranta non si sa che fine abbia fatto Emanuela. Il cui corpo invece, non è mai stato ritrovato. Di consolante, anche nelle differenze dei casi, non può esserci proprio nulla.