Venerdì 26 Aprile 2024

Ultras Lazio ucciso, pista straniera. "Piscitelli caduto in una trappola"

Oggi l'autopsia sul corpo dell'ex leader degli Irriducibili. Si procede per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Dopo il colpo, la pistola del killer si sarebbe inceppata. E la panchina dove è stato freddato 'Diabolik' diventa un santuario per i tifosi della Lazio

La panchina dove è stato ucciso Fabrizio Piscitelli (LaPresse)

La panchina dove è stato ucciso Fabrizio Piscitelli (LaPresse)

Roma, 8 agosto 2019 - Una trappola studiata nei dettagli e portata a termine con freddezza da "mani esperte". Si segue soprattutto la pista della criminalità organizzata straniera per la morte di Fabrizio Piscitelli, ultras della Lazio ucciso ieri a Roma, con un colpo di pistola alla testa al parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana, intorno alle 19. Una vera e propria esecuzione, mentre i primi accertamenti lasciano presumere che la vittima fosse in attesa di qualcuno che gli aveva dato appuntamento. 

A portare Piscitelli al parco è stato il suo autista personale, un cubano ascoltato in nottata dagli uomini della Squadra Mobile. A Piazzale Clodio sono convinti che l'omicidio sia stato compiuto da "mani esperte", un agguato in stile criminalità organizzata, in particolare estera, forse albanese. L'ipotesi più quotata è al momento quella di un regolamento di conti per droga, anche se nessuna pista viene esclusa. Neppure quella che porta alla malavita italiana, visto che 'Diabolik' - così era conosciuto Piscitelli negli ambienti ultras - aveva legami con il clan dei Casalesi. "Aveva molti nemici e molti affari con vari gruppi criminali: un personaggio centrale con addentellati con varie realtà anche albanesi", spiegano gli inquirenti. 

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I pm: omicidio con aggravante mafiosa

Nel frattempo, la Procura di Roma procede per omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. E oggi si tiene l'autopsia sul corpo di Piscitelli: il bossolo del proiettile calibro 7,65 esploso dal killer dall'alto verso il basso è stato trovato dagli agenti della Polizia Scientifica accanto alla testa in un lago di sangue.

Le indagini

Le indagini proseguono: al vaglio degli investigatori le telecamere di videosorveglianza della zona, che potrebbero aver ripreso l'uomo scappato a piedi su via Lemonia. Gli investigatori ascoltano diversi testimoni. Il delitto è avvenuto quando era ancora giorna: si sa che il killer indossava una tuta da jogging, probabilmente per mimetizzarsi tra le persone che a quell'ora corrono nel parco, e ha avvicinato alle spalle Piscitelli, seduto su una panchina. Quindi ha esploso un unico colpo all'altezza dell'orecchio sinistro, prima di essere visto fuggire a piedi su via Lemonia e far perdere le sue tracce. 

La pistola inceppata

Dopo il primo colpo che ha ucciso Fabrizio Piscitelli, si sarebbe inceppata la pistola dell'assassino. La circostanza è riferita agli inquirenti da un testimone. L'uomo, con ogni probabilità un killer professionista, si sarebbe poi allontanato a piedi. Accanto a Diabolik, secondo quanto ricostruito finora, c'era il suo autista, che è scappato. Forse temeva di essere eliminato a sua volta dal killer ma l'inceppamento dell'arma avrebbe in questo caso favorito la fuga. La Scientifica ha recuperato il bossolo del proiettile, nei pressi della panchina dove il 53enne è stato ucciso. Sotto la lente anche i tabulati telefonici per ricostruire con chi avesse appuntamento Piscitelli. 

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L'omaggio a Fabrizio Piscitelli. Stasera fiaccolata

La panchina del parco degli Acquedotti dove ieri è stato ucciso l'ex leader degli Irriducibili è diventata in poche ore una sorta di 'santuario' per i tifosi della Lazio. Vi si trovano sciarpe biancocelesti, vessilli e gagliardetti, foto, fiori e la scritta Irriducibili. E questa sera alle ore 21.30 si svolgerà presso la chiesa di San Policarpo una fiaccolata in memoria di Diabolik.

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