Giovedì 25 Aprile 2024

Papa Francesco operato, lavorerà dal letto dell’ospedale. Congelato il dossier Ucraina

Il segretario di Stato Parolin: "Se ci saranno urgenze gliele sottoporremo in ospedale". Il cardinale Zuppi sulla missione di pace: "Viaggio a Mosca? Prima devo parlare col Papa"

Città del Vaticano, 8 giugno 2023 – “Anche se da un letto di ospedale, riprenderà l’esercizio del suo ministero. Se ci sono cose che devono essere decise, urgenti, si porteranno a lui all’ospedale Gemelli". Mette subito le mani avanti il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Al terzo ricovero di Francesco, tutti, in Curia e fuori, sanno che le speculazioni sono già avviate e anche stavolta non mancherà chi, più o meno sottovoce, tenterà di strumentalizzare la nuova degenza di Francesco. Per questo, il segnale immediato che si vuole dare all’esterno è che il governo della Chiesa non è in pericolo, l’intervento a causa di un’ernia non è stato più rinviabile, ma il Papa non esiterà a rimettersi a lavorare sui dossier anche dal decimo piano del Policlinico Gemelli dove “alloggia” nell’appartamento dei Papi. Soprattutto non cambia nulla in questo momento, seppure straordinario, nella governance vaticana. Le fantasie, avanzate già la scorsa volta, su presunti Camerlenghi che entrerebbero in gioco sono consegnate alla storia delle fake news e ai tempi archiviati da Francesco della corte vaticana, ormai sotterrata.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il cardinale Matteo Zuppi
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il cardinale Matteo Zuppi

Il Papa operato all’addome

In effetti , anche in occasione dello scorso ricovero, a marzo, per una brutta polmonite, Bergoglio non aveva smesso di vistare nomine ed esaminare documenti. Trascorso il primo giorno in riposo assoluto, erano stati poi i gendarmi a fargli avere al Gemelli i dossier inviati da Santa Marta, regolarmente imbustati dai segretari in plichi bianchi. Così, la sala stampa aveva continuato ad emanare i bollettini con decisioni di Francesco. I dossier più urgenti, in primis, quello della missione di pace guidata dal cardinale Zuppi sono semplicemente congelati, in attesa che il Papa possa riprendersi quel tanto che gli consenta di parlare con il suo inviato, di persona o al telefono, la cui missione resta coordinata dalla Segreteria di Stato vaticana.

Il chirurgo spiega l’intervento

Cos’è il laparocele, l’ernia di cui soffre Francesco

Don Matteo è a Roma in attesa di sviluppi. "Papa Francesco non si arrende, tanto che ha voluto questa missione proprio perché non vuole arrendersi e vuole cercare tutto ciò che può favorire il percorso di pace", ha detto in serata ai giornalisti non sbilanciandosi su una delle domande d’obbligo, e cioè se sia in cantiere ora un incontro con il patriarca ortodosso russo Kirill. "Dobbiamo vedere in futuro, appena torna il Papa". E ancora. Andrà invece lui stesso a Mosca come ora tutti si aspettano? "Dobbiamo riflettere, dobbiamo parlarne col Santo Padre", prende tempo Zuppi, "dobbiamo riflettere sulle cose che abbiamo ascoltato e vedere i passi successivi. Devo parlarne col Papa aspettando che stia meglio".

Intanto da Mosca, arriva l’apertura di uno spiraglio anche se, ancora una volta, con tutte le cautele: "La Russia valuta positivamente i tentativi del Vaticano di facilitare la fine del conflitto in Ucraina" e "riconosce il sincero desiderio della Santa Sede di facilitare il processo di pace", ma fino a questo momento il Vaticano non ha ancora intrapreso "passi concreti" per una visita del cardinale Zuppi a Mosca, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.