Omicidio Giulia Tramontano, la giudice Matone: “Uomini da rieducare, inasprire le pene non riduce le violenze”

La deputata della Lega mette in guardia le donne: evitate gli incontri chiarificatori. "I compagni aggressivi non si possono cambiare, bisogna lasciarli subito"

“Di fronte al dramma dei femminicidi non serve a nulla ventilare inasprimenti delle pene. Vanno rieducati gli uomini e motivate le donne. Anche per evitare l’effetto saturazione generato da notizie sempre uguali e tutte tragiche". Simonetta Matone, magistrato di lungo corso, per 17 anni sostituto procuratore al Tribunale dei minori di Roma, poi sostituto Pg in Corte d’appello e ora deputata della Lega, reagisce con lucidità professionale alle notizie delle ultime ore.

Giulia, 29 anni, incinta, uccisa a Senago. Pierpaola, 58 anni, malata, uccisa a Roma. La prima una ragazza semplice, la seconda addirittura un’ispettrice di polizia in servizio alla Camera. Quale riflessione dal comune destino di vittime così diverse?

"Nessun potenziale assassino può essere fermato sventolando il Codice penale. E nessuna donna, neppure la più strutturata, può ritenersi al sicuro se non valuta i segnali di pericolo che quasi sempre emergono. Purtroppo quando non serve più".

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I famosi campanelli d’allarme?

"Nessun segnale va ignorato. Nessuna violenza, anche minima, va sottovalutata o giustificata. La verità è che c’è un lavoro immenso da compiere: per recuperare gli uomini che esprimono una concezione proprietaria delle relazioni sentimentali con una violenza costantemente agita; e per illuminare le donne, soprattutto quelle incapaci di modificare una scelta sbagliata: l’uomo violento va lasciato".

Invece?

"Spesso, anche in casi gravi, la donna aumenta l’investimento emotivo, rilanciando la sfida col partner e con se stessa: convinta di migliorare quell’animale prepotente che si aggira in casa alzando le mani. È la sindrome dell’ ’Io ti salverò’: un anticipo di condanna. Questo atteggiamento non autoprotettivo sfocia altrettanto spesso nell’errore finale di andare sole al presunto appuntamento chiarificatore con l’ex. Non si fa. Mai".

Denunciare gli uomini violenti spesso apre un calvario.

"È vero che per problemi di organico i pm non riescono ad ascoltare tutte le donne che denunciano entro i tre giorni previsti dal Codice Rosso. Proprio per questo la senatrice Giulia Bongiorno ha presentato una proposta di modifica prevedendo l’automatica avocazione del caso non trattato al Procuratore generale. Il testo di mediazione approvato prevede che l’avocazione ci sia ma da parte del Procuratore capo. Ora vediamo cosa succederà alla Camera. Sono curiosa di capire come si comporterà il Pd che al Senato si è astenuto per evitare il presunto successo della maggioranza. Un errore. Questa norma condivisa sarebbe merito di tutti".

Molte analisi individuano nella visione patriarcale della famiglia, secondo la quale l’uomo conta e vale più della donna, uno dei fattori genetici della violenza e dei femminicidi.

"Il retaggio patriarcale è un fattore, non certo l’unico. C’è la follia dell’uomo che ti strappa alla vita e poi si spara, come a Roma; oppure, che uccide te e il bambino, e dice di volersi uccidere ma non lo fa, come a Senago. Emerge anche, in non pochi casi di cronaca, l’acquiescenza di altre figure femminili di contesto rispetto a un modello familiare in cui alla sopraffazione si reagisce con la sopportazione".

Se questo è l’humus valoriale, l’esaltazione della famiglia tradizionale propria del centrodestra non rischia di offrire involontaria copertura a pensieri fuori dal tempo?

"No, perché il centrodestra lavora costantemente per le donne. C’è un nuovo pacchetto di revisione delle norme anti violenza all’attenzione del governo. Al contrario, a me pare che il centrosinistra, pur di marcare una pretesa differenza, preferisca giocare da solo. La verità è semplice: dalla piaga dei femminicidi si può prospetticamente uscire solo con un gigantesco investimento in educazione con corsi di formazione sulla non violenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Mettiamoci d’accordo e partiamo in velocità".