Senago, 3 giugno 2023 – “Io canto le donne prevaricate dai bruti / la loro sana bellezza, la loro “non follia” / il canto di Giulia io canto riversa su un letto”. È una poesia di Alda Merini, il "Canto alle donne". Ma qui, in quest’angolo di città trasformato in sacrario, tra il box dell’orrore e la panchina rossa contro le violenze, quei versi sono il grido di dolore di un’intera comunità sconvolta. La Giulia invocata nella poesia – il testo è stato trascritto da un anonimo su un foglio a quadretti e lasciato tra i fiori in via Monte Rosa, a Senago – è per tutti Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello (30 anni, reo confesso) nella casa dove aspettavano la nascita del piccolo Thiago.
Un pellegrinaggio interminabile. Doloroso e silenzioso. A tratti struggente. L’asfalto è un campo fiorito. Disegni colorati a pennarelli. Persone che si piegano a toccare la foto di Giulia. Poche, semplici parole: "Mi hai toccato il cuore". È un lutto collettivo. Che consegna immagini potenti. C’è una donna incinta che appoggia un mazzo di rose bianche, sfiora con le dita l’immagine sorridente di Giulia, e poi piange fino a singhiozzare, accarezzandosi la pancia.
Sono centinaia le persone che continuano a rendere omaggio a Giulia e a suo figlio mai nato. "Eri una ragazza bella, pensavi di aver trovato l’amore, pronta a fare la mamma... Meritavi una vita orgogliosa con la gioia del tuo bambino", scrive Agostino. Fiori sui fiori. Ci sono i peluche con cui avrebbe giocato Thiago. Un bambino porta una macchinina giocattolo della polizia. "Impossibile credere che questo può succedere, a volte perdonare non è possibile", si legge su un altro bigliettino. C’è il disegno di Sara, un grande cuore rosso, la scritta "vi voglio bene, resterete sempre nei nostri cuori". La calligrafia è quella di una piccina di 8-9 anni, che probabilmente non ha compreso fino in fondo la drammaticità di ciò che è successo, ma ha voluto partecipare a un dolore che da giorni è diventato corale. Dai commenti e dai biglietti traspare anche il senso di impotenza rispetto all’ennesimo femminicidio. "Perdonaci Giulia", e via a occhi bassi, come colpevoli.
In mattinata arrivano a Senago anche un cugino e degli zii da Napoli. Accettano tra le lacrime, e in silenzio, le condoglianze degli sconosciuti che si stringono alla famiglia. In pochi conoscevano Giulia ma via Monte Rosa è ormai il santuario di tutti, il luogo dove portare vicinanza e affetto. Noemi ha 20 anni, e racconta: "Sono venuta da Nova Milanese perché quando ho visto le sue foto e ho letto la sua storia ho provato un grande dolore per lei e il bambino. Sono qui e vorrei abbracciarli".
I bambini. Ce ne sono tanti. Desirée, 10 anni, lascia un testo commovente dedicato a Thiago: "È rimasta molto colpita da questa storia – spiega la nonna che l’ha accompagnata – Lo so che i bambini non dovrebbero essere coinvolti in questi momenti, ma penso sia giusto che lei cominci a capire che purtroppo il mondo può riservare anche questo. Nella sua vita incontrerà sicuramente amici che le vorranno bene. Ma oggi può imparare una lezione: al primo cenno di violenza, di arroganza, di maleducazione, dovrà subito allontanarsi e mettersi in salvo". Una donna coccola una calla bianca tra le mani, la posa in silenzio, manda un bacio alla foto di Giulia, si fa il segno della croce e si allontana. Sul biglietto c’è scritto: "Mio figlio lo ha regalato a me, ed io lo dono a te e al tuo angelo. Ciao Giulia".