Lunedì 9 Giugno 2025
Benedetta Salsi
Cronaca

Morì dopo un pugno dato fuori dal bar: aggressore condannato a otto anni

Marco Davoli, ex pugile di 53 anni, venne trovato privo di sensi su un marciapiede di via Emilia Ospizio il 9 settembre del 2013. Sentenza di omicidio preterintenzionale per il dominicano di 32 anni Favia Algenis

Marco Davoli e l’aggressore Favia Algenis (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 12 gennaio 2015 - Otto anni di reclusione. Si è chiuso così, stamattina in corte d’Assise, il processo di primo grado per la morte di Marco Davoli, ex pugile di 53 anni trovato privo di sensi su un marciapiede il 9 settembre del 2013. Morì dopo undici giorni di coma.

Imputato per omicidio preterintenzionale era Favia Algenis, 32enne di origini dominicane (difeso dall’avvocato Vainer Burani), che quella sera sferrò il pugno che fece cadere a terra Davoli.

Parte civile si erano costituiti i familiari della vittima: la madre Edmea Bigi, il fratello Luca, il figlio Davide (avvocato Giovanni Tarquini), la compagna Ramona Fernandez e la figlioletta avuta con lei.

L’accusa (rappresentata dal sostituto procuratore Valentina Salvi) aveva chiesto per Algenis dieci anni di carcere. La difesa l’assoluzione, sostenendo la legittima difesa. La parte civile aveva chiesto come risarcimento un totale di 475mila euro, la corte ha deciso una provvisionale totale di 410mila euro. Il resto andrà deciso in sede civile.

Marco Davoli, dipendente della Predieri Metalli, è morto per aver sbattuto la testa contro il cordolo del marciapiede, dopo aver ricevuto un pugno fuori dal suo solito bar di via Emilia Ospizio, vicino al civico 21. Le indagini della squadra mobile della questura, scattate subito dopo il rilievi, hanno portato a denunciare il responsabile dell’aggressione: Favia Algenis, 32 anni, un dominicano conoscente dell’uomo.

Secondo le prime ricostruzioni, Davoli era in compagnia di due donne dominicane e del figlio di una di queste (Algenis), quella sera. Stando alle accuse il ragazzo l’avrebbe colpito alla testa e poi sarebbe scappato in bicicletta in direzione di via Vecchi. Davoli era stato soccorso dal personale del 118 che lo aveva portato al Santa Maria Nuova. Ma le sue condizioni erano da subito apparse disperate.