
Musk con l'occhio nero
Ricordate i pantaloncini di Rocky Balboa, a stelle e strisce come la bandiera Usa? Beh, c’era qualcosa di profetico in ciò che indossava Sylvester Stallone, l’Italian stallion di tanti film. Profetico, perché ora quella bandiera sembra spesso più adatta a un ring che a un normale pennone. Lo testimonia l’occhio di Musk, corredato di abbondante livido scuro quando ha dato l’addio a Trump. Non era stato un incidente domestico, a quanto pare, ma una scazzottata con il Segretario al Tesoro, Bessent, incominciato a spintoni proprio nello studio ovale e finito a botte vere nelle stanze vicine. Il motivo del vivace diverbio, secondo il Washington Post, sarebbe stato nei tagli insufficienti (triliardi!) che Musk avrebbe fatto alla elefantiaca macchina della pubblica amministrazione, impresa più difficile che mettere mano a un’auto elettrica. Quanto alla rissa ministeriale, beh, non è affatto detto che certe cose non accadano anche da altre parti. Magari con maggiore discrezione, e qualche maquillage a un eventuale occhio nero.
La riflessione che induce questo episodio, però, è che si tratta in fondo di un avvenimento emblematico di un’amministrazione che nel merito potrà essere giudicata più avanti, ma che nel metodo si connota già ora per un’aggressività, appunto, alla "Rocky": con i dazi e la vicenda Ucraina, ad esempio. Intendiamoci: nulla di diverso da un normale tavolo di trattative, fatto di affondi verbali, e non solo, ma certo inedito nelle dinamiche politiche interne e internazionali. Legittimo scandalizzarsi, più utile prenderne atto. Anche di quello che sta succedendo in California. Dove le retate di immigrati clandestini o pregiudicati avvengono con una forza che sta suscitando reazioni uguali e contrarie. Guerriglia. Prepariamoci: sarà così per altri 3 anni e mezzo. In cui si dovranno indossare i guantoni. Di fronte a un signore in pantaloncini a stelle e strisce.