
Un momento del sopralluogo degli inquirenti in Villa Pamphili
Roma, 9 giugno 2025 - La neonata trovata morta assieme a una donna, probabilmente la madre, sabato pomeriggio a villa Pamphili a Roma, potrebbe essere stata strangolata. E' l'ipotesi choc a cui stanno lavorando gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Roma, alla luce della autopsia effettuata sul corpo della piccola di 6 mesi. Infatti il primo esame autoptico sui corpi non ha dato "un quadro chiaro delle cause del decesso" e il medico legale si è riservato di eseguire ulteriori esami.
La piccola potrebbe essere stata uccisa la sera prima del ritrovamento, ritengono gli investigatori. Quindi la neonata sarebbe stata uccisa dopo la donna, il cui corpo invece era in avanzato stato di decomposizione. Secondo chi sta seguendo il caso infatti il cadavere della donna, coperto da una busta nera, si sarebbe trovato in prossimità di alcuni oleandri, a poca distanza dall'ingresso su via Olimpica, già da qualche giorno.
Si attende però ancora l'esito del test del Dna, che deve accertare la vera identità della piccola e della donna, probabilmente madre e figlia, trovate morta a circa 200 metri di distanza l’una dall’altra. Il cadavere della donna, che al momento del ritrovamento era coperta da un sacco, presenta vistosi tatuaggi, di cui uno di un teschio su un surf e un altro floreale, particolare che potrebbe aiutare la polizia scientifica a identificare la vittima: le foto dei tatuaggi sono stati inseriti nella banca dati delle persone scomparse anche all'estero.
Stamane anche nuovi sopralluoghi a villa Pamphili a Roma. Si cercano ulteriori elementi utili per far luce sulla vicenda. Oltre all'esame del Dna si attendono anche i risultati degli esami tossicologici che potrebbero dare risposte sulle cause della morte della donna, forse overdose, vista l’assenza di segni di violenza come ha evidenziato l’autopsia.
Intanto prosegue anche la raccolta delle testimonianze di varie persone al parco sabato, e si stano controllando le immagini delle telecamere di videosorveglianza ad ampio raggio. Smentite dalle verifiche le testimonianze che raccontavano di un uomo ucraino con in braccio un neonato.