Martedì 17 Giugno 2025
GAETANO FEMIANI
Cronaca

Sono i corpi di madre e figlia

Un testimone: dormivano nel parco. Caccia all’uomo visto con un fagottino. .

Un testimone: dormivano nel parco. Caccia all’uomo visto con un fagottino. .

Un testimone: dormivano nel parco. Caccia all’uomo visto con un fagottino. .

di Nino FemianiROMANel giallo di Villa Pamphili ci sono al momento tre certezze. La prima è che i due cadaveri ritrovati nella boscaglia sono di una mamma e di una figlia. La seconda è che entrambe sarebbero originari dell’Est, la terza è che viene ricercato un uomo di una quarantina di anni, notato mentre si muoveva con un fagottino in mano e si allontanava, subito dopo, in tutta fretta dal parco romano. Tre certezze non bastano però a garantire un finale a una vicenda orribile che scuote la Capitale e, pertanto, la polizia intensifica la caccia all’uomo, cominciata da ore. L’autopsia, anticipata a ieri sera per chiarire le cause dei decessi ha dato un esito negativo sulla donna e non ha trovato lesioni sul corpo. Andranno attesi gli esami tossicologici.

Tutto inizia nel pomeriggio di un sabato torrido con una telefonata al 112. Alcuni passanti, attirati da quello che sembra un bambolotto di plastica tra i rovi vicino alla Fontana del Giglio, scoprono il corpo senza vita di una neonata di sei-otto mesi. È il primo choc. Poco dopo, a poco più di un centinaio di metri, dentro a un sacco nero tra gli oleandri, viene rinvenuto anche il cadavere di una donna di circa 40 anni. Le due, secondo i primi sommari rilievi, sono morte in momenti diversi: la donna era già in stato avanzato di decomposizione, la piccola da poche ore. Nessun segno evidente di violenza sui corpi, ma sulla bambina si notano lividi e tagli compatibili con un abbandono nella fitta vegetazione. Emerge poi che il sacco contenente il corpo della donna non sarebbe stato trascinato – mancano segni riconducibili a questa ipotesi – ma piuttosto adagiato vicino ad alcuni oleandri, poco distante da uno degli ingressi su via Leone XIII, detta via Olimpica. Il dettaglio farebbe ritenere poco probabile che l’operazione possa essere stata portata a termine da una sola persona. L’ipotesi più concreta è che si tratti della madre, di circa quarant’anni, e della figlia, in attesa dei riscontri del dna in quanto le impronte non sono presenti in banca dati. Ma l’attenzione degli inquirenti si concentra subito su un uomo dell’Est Europa, forse legato alle vittime.

Una testimonianza ritenuta chiave arriva da un gruppo di adolescenti che, dopo aver letto dell’orrore di Villa Pamphilj, chiama il 112 e racconta di aver visto un uomo aggirarsi nel parco con un fagottino in braccio, proprio nelle ore in cui si presume sia stato abbandonato il corpo della bambina. Altri frequentatori abituali confermano di aver notato i tre – la donna, la bambina e l’uomo – insieme più volte in quella zona del parco. Si tratterebbe di romeni senza fissa dimora, che avevano trovato rifugio proprio tra i cespugli di Villa Pamphili. Gli investigatori, a questo punto, allargano il raggio delle ricerche. Non lontano dal luogo del ritrovamento, viene scoperto un giaciglio di fortuna, con indumenti e oggetti che potrebbero appartenere alle vittime. Tutto viene sequestrato per gli accertamenti della scientifica. Si analizzano anche i cassonetti della villa, alla ricerca di altri elementi utili. Le telecamere di sicurezza sulle strade di accesso al parco sono ora al vaglio della polizia, nella speranza che abbiano immortalato il killer o chi ha trasportato i corpi. Ma non tutti i varchi sono coperti: la vastità di Villa Pamphili e la presenza di cancelli facilmente scavalcabili rendono le indagini ancora più complesse.

La Procura indaga per duplice omicidio aggravato, ma lo scenario resta aperto. La condizione di estrema precarietà sociale delle vittime – senza fissa dimora, la donna forse tossicodipendente – lascia spazio anche ad altre ipotesi: l’adulta potrebbe essere morta per un malore, la bambina per il caldo o per gli stenti. L’autopsia fornirà nuove indicazioni.