Mercoledì 24 Aprile 2024

Scuola: meno proclami, più cattedre e certezze

L'Istruzione del Ministro Bianchi

Non rimpiangeremo Lucia Azzolina e i suoi banchi a rotelle. Ma, a pochissimi giorni dalla ripresa della scuola in presenza, è di tutta evidenza che il caos e l’improvvisazione dominino anche quest’anno lo scenario di inizio anno. Cattedre scoperte o non assegnate a go go, concorsi da chiudere o, comunque sia, senza gli esiti attesi, supplenze per i professori senza green pass che si annunciano già controverse in partenza: chi accetterà un incarico senza durata prefissata? E non sappiamo ancora niente di che cosa accadrà nelle classi tra ipotesi di tamponi salivari addirittura "casalinghi" e autocertificati e mascherine da togliere e mettere a seconda dei vaccinati o no in aula.

Eppure, non passa giorno in cui il Ministro Patrizio Bianchi non annunci, avvisi, puntualizzi, enfatizzi, proponga, rilanci. Le ultime esternazioni parlano da sole. La Dad in futuro? "Sarà didattica di avvicinamento". Le mascherine in classe? "Spero che non si debbano usare in quelle con tutti vaccinati". Il green pass? "Io sarei favorevole perché sia obbligatorio per tutti nella scuola". Tutti chi? Anche gli studenti? Fino a: aumentare gli stipendi agli insegnanti? "Bisogna ridare valore ai docenti". Nuovi fondi? "Abbiamo dato 5 miliardi utilizzando le risorse europee". I test salivari? "Sono un modello, siamo per uno screening il più semplice possibile e il più amichevole possibile". Ci possiamo anche fermare a: "Da aprile ci stiamo preparando per aprire", con il corollario: "La scuola riapre con tutti i docenti al loro posto".

Ora, lasciamo anche perdere il "dettaglio" dei condizionali, ma quello che proprio non torna è il contrasto tra le presunte certezze del Ministro e la realtà denunciata da tanti presidi e amministratori locali. Una realtà fatta da carenze gravi di personale, nonostante le immissioni in ruolo, la mancanza di insegnanti di sostegno, il rischio fondato di ore di lezione destinate a essere perse perché non coperte da supplenti. Senza contare che a oggi non ci sono istruzioni nette né per i tamponi né per le mascherine né per le mille altre situazioni di gestione quotidiana delle possibili criticità: le linee guida sono ancora in gestazione.

Insomma, non vorremmo assistere, come a settembre scorso, a un ennesimo fallimento della gestione della pandemia nella scuola, quando, tra banchi a rotelle, conflitti quotidiani con le regioni e proclami anti-Dad dell’Azzolina, il risultato è stato quello di avere milioni di ragazzi a casa anche quando vi erano le condizioni per la didattica in presenza. Siamo ancora in tempo per evitarlo: confidando che, in extremis, se servirà, vi ponga mano e rimedio direttamente Mario Draghi.