ELENA G. POLIDORI
Cronaca

Meloni e la trappola dei comici russi: "Sciatteria". Via all’indagine interna

La difesa del sottosegretario Mantovano: la presidente del Consiglio ha capito subito che era un falso. Tajani: "Non accada più". Conte (M5s): "Figuraccia mondiale". E i due autori: "Nessun legame col Cremlino".

Un’indagine interna per chiarire come sia stato possibile per il duo comico Vovan e Lexus bucare la sicurezza di Palazzo Chigi e parlare con la premier Giorgia Meloni, "vittima di un episodio di sciatteria". Il giorno dopo la pubblicazione della registrazione dello scherzo telefonico è questa la linea della presidenza del Consiglio. Si lavora per capire chi ha sbagliato, e prendere eventuali provvedimenti (tra i funzionari cui si potrebbero attribuire una qualche “colpa“ c’è la responsabile del desk Africa nell’ufficio del Consigliere diplomatico del premier). Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza e autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, ha sostenuto che "il presidente del Consiglio ha capito subito" che la telefonata era un falso, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani punta il dito: "Non deve più accadere". Però, ribadisce, le parole di Meloni "sono un chiaro segnale di conferma di quella che è la linea del nostro Paese: siamo dalla parte dell’Ucraina".

Le opposizioni non mollano la presa. "La figuraccia del team di Meloni danneggia non tanto la presidente del Consiglio, ma la credibilità del Paese. Giorgia, non fare la vittima. Fatti aiutare. Perché la storia della telefonata non può essere derubricata a scherz", dice il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Giuseppe Conte (M5s) accusa: "È una figuraccia mondiale che mette a repentaglio la credibilità e la sicurezza dell’Italia. Parlando con i due comici russi, scopriamo che Meloni è venuta in Parlamento a mentire agli italiani, perché non è più convinta della strategia delle armi all’Ucraina".

Nel dibattito è intervenuta anche la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. Punta il dito contro la premier per la mancata condanna delle correnti ultranazionaliste ucraine. Chiama in causa un passaggio della telefonata, in cui, secondo Zakharova, si lascerebbero intendere che Kiev ha "il diritto di glorificare" nazionalisti ucraini come Bandera e Roman Shukhevych. E rivolgendosi poi direttamente a Meloni chiede se sarebbe pronta a glorificare dirigenti fascisti come Achille Starace o Achille Pavolini, "o le famigerate Brigate Nere che operarono tra il 1943 e il 1945". Insiste Zakharova: Meloni sicuramente può trovare un’ora e mezza per Der Fall Collini: è un film tedesco in cui appaiono anche attori italiani. Nessuno la accuserà di lasciarsi trasportare dalla propaganda del Cremlino. E forse capirà".

Nel frattempo ieri i due comici hanno partecipato a Otto e mezzo, su La 7, ribadendo di non aver portato avanti alcuna "operazione segreta". Ma forse, è l provocazione, "è più utile parlare di un’operazione del Cremlino, piuttosto che di due persone che riescono a bucare i protocolli". infine un giudizio tranchant su Meloni: "È ingenua e vanitosa come tutti i politici, così l’abbiamo ingannata".