Roma, 23 maggio 2025 - Sulle tribune molti occhi lucidi, qualche inevitabile lacrima e volti emozionati dei genitori degli allievi ufficiali dell'Accademia militare di Modena davanti al discorso del Ministro della Difesa Guido Crosetto e dei vertici con le stellette al Parco Novi Sad in occasione della cerimonia del Mak P 100 dell'Accademia che segna il passaggio della Stecca tra il 205° Corso Fierezza e il 206° Corso Dignità, un giro di boa che sancisce i 100 giorni alla promozione al grado di sottotenente. L'evento segnala quindi i cento giorni alla conclusione del biennio di studi. Le parole del ministro sono risuonate severe ma pacate dalla tribuna centrale del parco che fino agli anni Settanta ospitava l'ippodromo delle corse al trotto.

"'Mach pì cènt!', ovvero 'Ne mancano cento!', dicevano gli allievi ufficiali nel mio dialetto, il piemontese, più di 150 anni fa. Oggi Makπ100 è molto più di un conto alla rovescia: è il simbolo di una scelta, di una promessa, di una missione. Essere Ufficiali delle Forze Armate italiane. Care allieve, cari allievi, quello di oggi è un momento che porterete con voi per sempre. La cerimonia segna l'avvicinarsi di un passaggio decisivo per l'intera vostra vita, professionale e umana: da allievo a ufficiale, da chi apprende a chi comanda. La presenza, qui oggi, con noi e con voi, del presidente della Repubblica, che ringrazio ancora una volta per la sua vicinanza, onora questa giornata e ne sottolinea il profondo significato istituzionale. Il passaggio della stecca esprime continuità tra generazioni di militari. È simbolo dell'eredità storica, di tradizioni e doveri che oggi vi vengono affidati attraverso questa Accademia, e contiene in sé un'apparente contraddizione: presidiare valori antichi e, nel contempo, formare e formarsi per affrontare un futuro incerto e sempre più in evoluzione. Ma nessuna tecnologia, per quanto avanzata, potrà sostituire ciò che è davvero decisivo per le nostre Forze Armate e per il nostro Paese: la vostra coscienza e i vostri valori".
Il ministro ha parlato alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima volta alla cerimonia, il quale ha poi visitato Palazzo Ducale. Grandi applausi, oltre che agli allievi schierati, anche al nucleo che ha dato vita al saggio di equitazione e al saggio ginnico e di ardimento con prove di rugby, difesa personale militare, salto nel fuoco e salto dalla torre. Un gruppo di militari ha poi simulato un' operazione di attacco e difesa con armi da fuoco (a salve) in uno scenario bellico. Il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, ha segnalato, come fa spesso nelle occasioni ufficiali, le tensioni internazionali. "Siamo in un'epoca di profondi cambiamenti, con uno scenario sempre più deteriorato, incerto, competitivo, turbolento. Assistiamo a conflitti che fondono le caratteristiche tradizionali con quelle di una guerra nuova, continua, spesso non dichiarata, una guerra ipertecnologica, ibrida, asimmetrica, ma non per questo meno insidiosa, dove il campo di battaglia o il luogo dello scontro non è più solo fisico, ma anche virtuale". E ancora: "E' un nuovo contesto, un nuovo ambiente operativo nel quale al caos tipico dei confronti militari si aggiunge la complessità delle reti, la dimensione robotica e quella informativa del conflitto, così come la sfida dell'intelligenza artificiale. Ma consentitemi di dire che in questo gioco multimediale di continue mutazioni tecnologiche e terremoti cognitivi, qualcosa rimane. Mi riferisco ai valori, i valori della nostra istituzione, il faro che vi guiderà nell'affrontare le molteplici e complesse sfide che vi attendono".
Anche il generale Carmine Masiello, capo di Stato maggiore dell'esercito, ha fatto il punto sulla difficile situazione dello scenario mondiale per i conflitti in corso avvertendo i prossimi ufficiali del severo dovere che li aspetta. "Oggi più che mai, in un quadro geopolitico estremamente destabilizzato da guerre e minacce ibride, in cui si affacciano fantasmi di un passato che pensavamo definitivamente archiviato, bisogna essere pronti anche per la prova peggiore, sperando che non arrivi mai". E ha aggiunto: "Bisogna essere pronti per i compiti di deterrenza e difesa del Paese assegnati alle Forze Armate. Chi sceglie la nostra vita deve sapere che ci sono regole da accettare, regole da rispettare, regole che rendono totalizzante il nostro impegno, richiedono coraggio in ogni aspetto della nostra vita e impongono innanzitutto disciplina, lealtà e spirito di sacrificio". Il ministro nel suo discorso ha girato anche lo sguardo verso i genitori dei giovani che hanno scelto la vita militare e ha parlato pure a loro: "La Difesa accoglie i vostri figli e le vostre figlie facendoli diventare propri figli, perché sa che il loro servizio, il loro sacrificio è un servizio che nessun altro lavoro, nessun'altra professione, nessun'altra scelta comporta". Ancora qualche lacrima, molta commozione, poi tutti nel salone d'onore dell'Accademia per il brindisi di fine mattinata con sospiro di sollievo collettivo.