Venerdì 26 Aprile 2024

Maschera e mani legate a un paziente con malattia rara in clinica. "Tortura lunga 16 anni"

La denuncia della garante per le persone private della libertà personale. "Ingoia tutto ciò che trova e l’unica cura viene considerata questa"

Hannibal Lecter (interpretato da Anthony Hopkins) con la maschera che Bruno è costretto a portare

Hannibal Lecter (interpretato da Anthony Hopkins) con la maschera che Bruno è costretto a portare

Mani legate e una maschera di Hannibal the cannibal sulla faccia. Vive così ogni giorno, da sedici anni, un paziente sardo affetto da una patologia che lo porta ad ingerire di tutto. Ma per la nuova Garante della Sardegna per le persone private della libertà personale, Irene Testa, il trattamento a cui è sottoposto Bruno, questo è il nome della persona, è "più vicino al concetto di tortura che a quello di cura".

Il teatro di questa brutta vicenda una struttura di assistenza disabili nel Sulcis-Iglesiente. "Ho atteso un giorno prima di mettere nero su bianco quanto vsto. Un giorno per riprendermi – confessa – dallo scenario agghiacciante e raccapricciante che mi sono trovata davanti". La malattia dell’uomo è il picacismo, una patologia che lo porta a ingerire qualsiasi cosa gli capiti davanti". Un disturbo piuttosto raro del comportamento alimentare caratterizzato dal mangiare regolarmente cose non commestibili, come carta, argilla, sporcizia o capelli. Solitamente ciò che il picacista mangia non provoca danni alla sua salute. Tuttavia, talvolta ciò che assume causa complicanze, come stipsi, occlusione del tratto digerente, avvelenamento da piombo per aver mangiato frammenti di vernice, o infezione parassitaria per aver ingerito terriccio.

"Io non sono un medico e non spetta a me dare ricette, magari dal sapore semplicistico perché guidate dall’onda emotiva – chiarisce Testa –. Sono la garante delle persone private della libertà personale e proprio di persone, di singoli casi ho il dovere di occuparmi. Non mi sto riferendo quindi alla struttura, ma a un caso specifico di un ospite al suo interno, per la verità già sollevato da alcuni anni dalla presidente dell’Unasam, l’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale, Gisella Trincas, ma anche oggetto di esposti alla Procura, di lettere all’allora ministro della Salute Speranza e di interrogazioni nel Consiglio regionale sardo".

"Non mi rassegno – assicura la Garante – non posso accettare che una persona malata venga sottoposta a un trattamento che appare più vicino al concetto di tortura che a quello di cura. Non è però tempo dell’indignazione ma della concreta e rapida azione di tutti gli attori istituzionali che possano dare un contributo a cambiare questa situazione. Questa è una sorta di appello: dobbiamo farlo per Bruno e per tutti gli altri Bruno".