Venerdì 26 Aprile 2024

Agcom: "Attacchi a stampa ledono libertà". Ribelle Fattori contro i vertici M5s

Flash mob dei giornalisti in tutta Italia. Di Maio: "Chi parla di dittatura mi fa ridere". Conte: "Parole eccessive". Provocazione della 'ribelle' Fattori su Facebook. Faida nel M5s in Sicilia: "Capogruppo epurato perché ha difeso la stampa"

Napoli, flash mob dei giornalisti (Ansa)

Napoli, flash mob dei giornalisti (Ansa)

Roma, 13 novembre 2018 - Anche l'Agcom fa sentire la sua voce in difesa della libertà di stampa, nel giorno in cui i giornalisti scendono in piazza con flash mob nei capoluoghi di regione per dire "basta attacchi" e "giù le mani dalla informazione". L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sottolinea "l'esigenza di un'informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell'autonomia professionale dei giornalisti". E in una nota "segnala pertanto che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell'informazione e del diritto di cronaca e di critica". Una presa di posizione che giunge dopo gli attacchi alla stampa da parte dei vertici 5 Stelle dopo l'assoluzione di Virginia Raggi. Sarebbero i giornalisti, a loro dire, i veri colpevoli del processo alla sindaca. Per il vicepremier Luigi Di Maio "sono solo infimi sciacalli", mentre Alessandro Di Battista li definisce "pennivendoli-puttane". Di Maio torna anche oggi sull'argomento, smorzando i toni. "La stampa deve essere libera da tutto e da tutti", dice in una diretta video online sottolineando che a garanzia della libertà d'informazione "c'è una proposta di legge che porteremo a breve in Parlamento che incentiva i cosiddetti editori puri, cioè quegli editori che non hanno interessi politici né economici". Poi però rincara: "Chi parla di dittatura oggi o di pericolo, come Berlusconi, mi fa un po' ridere perché rappresenta quella classe politica che quando era al governo ha epurato giornalisti come Biagi".  E ancora: "Per essere libera, l'informazione in Italia ha bisogno di fare ancora molta strada (VIDEO)". 

Il premier Conte a termine della conferenza sulla Libia a Palermo commenta: "Delle volte può capitare che, come voi (i giornalisti, ndr) attaccate violentemente, veniate attaccati violentemente con qualche affermazione lessicale che possiamo giudicare eccessiva".

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LA RIBELLE FATTORI - Intanto, la senatrice 'ribelle' del Movimento 5 Stelle, Elena Fattori, scrive su Facebook: "Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero". Una provocazione, e non è il primo post che Fattori dedica all'argomento. Già il 10 novembre scorso la senatrice M5S aveva postato sulla pagina ufficiale da portavoce il testo dell'articolo 21 della Costituzione dedicato alla libertà di stampa. "Sarebbe bene ripassare un po' visto che ora siamo al Governo del Paese . Sennò sui tetti sarà necessario che ci salga qualcun altro. E dopo i tetti rimangono le montagne", aveva aggiunto -, mentre il giorno successivo, sul profilo privato ma rendendolo pubblico, Fattori aveva polemizzato con il comportamento del suo stesso partito. l blog delle stelle, nel frattempo, parallelamente alla manifestazione dei giornalisti, pubblica oggi la sua top 5 dei quotidiani italiani con conflitti di interesse.

LA FAIDA SICILIANA - Ma anche nel Movimento, sul tema, sembrano esserci divergenze di opinione. Continua, in Sicilia, la faida interna  che aveva visto forti contrapposizioni già prima delle Regionali. Ugo Forello, capogruppo in consiglio comunale a Palermo, è stato spodestato dal gruppo e il suo posto assegnato a Toni Randazzo. La decisione improvvisa è arrivata dopo la presa di posizione di Forello (tra i fondatori di Addiopizzo) contro gli insulti ai giornalisti espressi da Di Maio e Di Battista. 

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Sulle modalità dell'avvicendamento ci sono diverse versioni. Lo stesso Forello sul suo profilo Facebook ha spiegato ieri che si sarebbe svolta una riunione "carbonara" senza la sua partecipazione e di un altro componente del consiglio comunale M5S, Giulia Argiroffi. "Rimango capogruppo fin quando non si svolgerà una riunione regolare e legittima fra i cinque consiglieri comunali di Palermo, gli unici che hanno il potere di decidere se, quando e come sostituire il capogruppo", ha messo nero su bianco. E, nel caso la maggioranza voti per la sua destituzione, Forello ha indicato come suo successore la consigliera Argiroffi.

Oggi tre dei cinque consiglieri comunali M5s a Palermo diffondono una nota in cui smentiscono 'l'epurazione' del collega. "Apprendiamo con rammarico le gravi e irresponsabili dichiarazioni rese alla stampa dal consigliere Forello - affermano Antonino Randazzo, Concetta Amella e Viviana Lo Monaco -. Riteniamo altamente lesiva la tesi del tutto infondata portata avanti dal consigliere secondo cui avrebbe affermato di essere stato 'epurato' dal M5s per presunte visioni politiche differenti, quando con il post pubblicato ieri sulla pagina Facebook del M5s Palermo si è voluto semplicemente anticipare che presto ci sarebbe stato l'annunciato cambio di capogruppo". La nota non riporta la firma di Giulia Argiroffi, consigliere considerato vicino a Forello. "Annuncio fatto esattamente con lo scopo opposto, ovvero quello di evitare manipolazioni da parte della solita stampa pronta a massacrare il MoVimento senza motivo - proseguono i tre consiglieri  -. Ma i giornali ci provano lo stesso. Come può Forello essere stato 'epurato' se la riunione per confermare e ratificare il passaggio di consegne, previsto da regolamento, già deciso nelle scorse settimane alla presenza di consiglieri comunali e di circoscrizione, deve ancora tenersi? Tutto ciò ci lascia amareggiati perche' una procedura che per il M5S e' una routine normale in tutta Italia, quella della rotazione del capogruppo, e' stata manipolata con malizia per creare quella frattura 'insanabile' che il collega probabilmente cercava da tempo".

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