Domenica 27 Luglio 2025
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Aeroporti, la rivoluzione: “Carta d’identità e passaporto non vanno più esibiti”

Di Palma (Enac): “Così il sistema è sburocratizzato. Naturalmente, i documenti devono essere portati con sé. Problema dei bagagli smarriti? Bisogna investire di più nell’innovazione, nel settore c’è ancora una parte old style”. Quando sono partite le nuove regole

Rivoluzione negli aeroporti in Italia: da luglio non è più obbligatorio esibire i documenti per i voli dell'area Schengen

Rivoluzione negli aeroporti in Italia: da luglio non è più obbligatorio esibire i documenti per i voli dell'area Schengen

Roma, 20 luglio 2025 - Negli aeroporti italiani da inizio luglio è arrivata una rivoluzione, niente più obbligo di esibire carte d’identità o passaporti prima dell’imbarco per i voli nazionali e in area Schengen. Pierluigi Di Palma, presidente Enac: naturalmente i documenti non vanno lasciati a casa.

"Assolutamente no, questo vorrei chiarirlo bene, bisogna sempre portarli con sé. Intanto, ci sono destinazioni dove vanno ancora mostrati. Inoltre, per alcuni voli, può arrivare in qualsiasi momento una richiesta degli organi di polizia, da attuare immediatamente".

Pierluigi Di Palma, avvocato e presidente Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile
Pierluigi Di Palma, avvocato e presidente Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile

A questo link tutte le info di Enac

Quindi la sicurezza non è messa in discussione?

“Assolutamente no. Al massimo, può esserci un problema relativo all’identificazione, mai alla possibilità di verificare attentamente la persona stessa”.

Perché si è arrivati a questa decisione?

"Credo che sia proprio una rivoluzione, sburocratizza il sistema di sicurezza degli aeroporti italiani. Senza che venga meno la possibilità del controllo e, dove è necessario, dell’identificazione".

Quanto tempo si guadagna nelle procedure?

"Molto, perché chiaramente l’esibizione dei documenti andava ripetuta in più varchi".

L’Italia è il primo paese ad aver fatto questa scelta?

"Sicuramente tra i primi in Europa, nell’area Schengen, questa è la zona di riferimento".

Procedure semplificate ma resta il problema dei bagagli smarriti. Le statistiche mondiali sono allarmanti.

"Soprattutto nei momenti di grandissimo traffico ci possono essere situazioni anomale, che rappresentano comunque in percentuale un’assoluta marginalità. E ricordiamoci che il sistema aeroportuale permette una riconsegna dei bagagli smarriti, seppure in ritardo. Credo sia l’unico a preoccuparsi di questo, prevedendo anche il rimborso".

Però il problema non è così marginale: in Europa ogni minuto si verificano decine di disguidi con le valigie.

"Il tema è sicuramente da approfondire. Chiaramente le società di handling non sono solo tecnologia, c’è l’esigenza di caricare e scaricare bagagli con personale sicuramente qualificato, ma l’errore può sempre capitare. Molti passaggi sono riferiti all’uomo. Credo ci sia ancora da lavorare, e questo vale anche per i passeggeri".

Cosa dovrebbero fare?

"Intanto imparare a portarsi dietro l’essenziale. E poi non è necessario che sia l’aeroporto a mettere un sensore nelle valigie, varrebbe la pena farlo a casa, la tecnologia potrebbe aiutare a bassissimo costo".

E per i risarcimenti?

“Quando si verifica questo problema, i passeggeri sono sicuramente abilitati a spendere, conservando gli scontrini”.

Invece le compagnie in cosa dovrebbero migliorare?

"Chi viaggia in aereo dovrebbe avere valigie standard, che possono essere meglio collocate nella stiva. Ma questi percorsi ancora devono essere fatti. Nel settore c’è tanta innovazione ma resta anche molto old style, diciamo così".

Sul filone dei bagagli smarriti sono proliferate le truffe, c'è chi continua a promettere di vendere a 2 euro i bagagli mai reclamati.

“Non riguardano esclusivamente il settore del trasporto, questo è il classico fishing a cui prestare grande attenzione. Soprattutto bisogna guardare bene all’indirizzo di partenza della mail. Sicuramente sono fenomeni riconoscibili, con un po’ d’attenzione. Noi in Enac mettiamo tutti alla prova, a cominciare dal presidente".

In che senso?

“La direzione informatica manda mail per vedere se cadiamo nella trappola".