Orlandi: santi e demoni, le spie, la mala. Un enigma da romanzo che turba tutti da 40 anni

Il rapimento della quindicenne tiene viva l’attenzione del mondo più dei grandi fatti storici. Sospesa tra vero e falso, bene e male, nessuna storia come questa somiglia tanto a una fiction

Non c’è Jack Squartatore che tenga, niente a che vedere con l’omicidio Kennedy. L’enigma più seguito di tutti i tempi è la sparizione di una giovane cittadina vaticana, in grado di tenere alta da quaranta anni l’attenzione del mondo intero, e a dar vita a innumerevoli ricostruzioni giornalistiche, libri, film e per ultima la Vatican girl di Netflix, sucesso mondiale. Un genere lettarario, la vatican novel , versione originale e quindi nobile della commerciale giallistica alla Dan Brown.

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Emanuela Orlandi (Ansa)
Emanuela Orlandi (Ansa)

Il rapimento di Emanuela Orlandi riesce più di ogni altro "caso" ad attirare l’attenzione per la sua capacità di far emergere sempre nuovi particolari, di non essere mai un "cold case", più serie tv che fiction, e soprattutto per il suo essere eternamente sospeso tra il vero e il falso, il bene e il male, il detto e l’indicibile, mettendo insieme santi e demoni. La storia del rapimento di questa ragazzina che proprio ieri avrebbe compiuto 55 anni è sempre stata costellata di personaggi improbabili che però nello stesso tempo hanno il più delle volte portato con sé un grammo di verità, in cui l’elenco dei peccati capitali tipici della cronaca nera – dalla lussuria all’avarizia e all’ira, alla violenza, alla falsità – si è mescolata stavolta ai drammi internazionali che hanno sconvolto l’ultima parte dello scorso secolo. Nessuna storia vera ha mai assomigliato così tanto a una fiction, e il bandito "Renatino" De Pedis sepolto in una delle più antiche basiliche di Roma è il perfetto simbolo di questo inestricabile connubio.

La recente decisione del Vaticano di "riaprire" il caso è un punto importante della vicenda, ma non è detto che sia quello risolutivo. D’altra parte lo scenario in cui avvengono i fatti rappresenta uno degli snodi più significativi del dopoguerra. A Roma arriva un papa polacco nel momento in cui gli equilibri usciti dalla Guerra Fredda mostrano le corde. Le casse vaticane sono in estrema difficoltà per la decisione del papa santo di finanziare Solidarnosch. Quando la Storia passa bisogna saltarci sopra. I sovietici comprendono tutto e attraverso i bulgari ordinano di togliere di mezzo l’intruso. In questo contesto di faglie contrapposte, nel 1983, sparisce la cittadina vaticana Emanuela Orlandi il cui rapimento viene seguito ai massimi livelli in Vaticano (Giovanni Paolo II interviene otto volte pubblicamente), subito collegato alla possibile scarcerazione di Alì Agca. I contorni per un giallo internazionale ci sono già tutti. Il Papa, l’attentato, Mosca, lo Ior, lo spionaggio internazionale, la rivoluzione polacca. Sono gli anni in cui intorno al Vaticano gli enigmi si accavallano, e basta ricordare le misteriose foto "rubate" a Wojtyla in piscina o convalescente in pigiama.

Ma siamo solo all’inizio. Nella ridda di potesi che da quel momento si susseguono appaiono a più riprese personaggi in certi casi spuntati dal nulla. Ecco la pista internazionale molto battuta all’inizio (anche se lo scambio con Agca apparve subito come un diversivo), poi il legame sempre più evidente con la sparizione di Mirella Gregori, poi la rivelazione anonima del 2005 sulla sepoltura di De Pedis in sant’Apollinare che prospettava indicibili legami con la Banda della Magliana. Poi nel 2012 le rilevazioni di Sabrina Minardi ex amante di "Renatino", qualche anno dopo la comparsa del fotografo romano Marco Accetti, anche lui portatore di molte bugie miste a poche ma innegabili verità. L’emergere della pista "sessuale", ossia che la ragazza fosse al centro di torbide storie a sfondo erotico di qualcuno dentro le sacre mura, e l’esistenza a Roma di analoghe sparizioni di adolescenti proprio in quegli anni. Prende corpo la possibilità che una o più di queste piste si siano sovraposte, anche qui in un gioco macabro di specchi, rendendo ancora più difficile la soluzione del caso. Di certo c’è solo che Emanuela fu rapita per ricattare qualcuno dentro il Vaticano.

In ogni caso durante questi 40 anni la "fonte" Orlandi non ha mai cessato di buttare acqua, dando consistenza all’ipotesi che la verità esista. Un po’ per volta, forse, verrà fuori. L’audience è assicurata.