Venerdì 26 Aprile 2024

Cesena e Forlì inondate La paura nel giorno più duro I sindaci: "Salite sui tetti"

L’appello disperato ai cittadini, poi arriva l’esercito: decine di persone portate via a spalla. Il Savio travolge tutto. Bambina di tre anni salvata dai vicini di casa con una catena umana.

di Luca Ravaglia

e Marco Bilancioni

Forlì e Cesena, due città con l’acqua alla gola. Maltempo e piena dei fiumi erano attesi, ma non in queste dimensioni. Una catastrofe che in Romagna non si ricorda a memoria d’uomo. "Aiuto! Salvate mia figlia!". Le parole sono di una donna che urla affacciandosi dall’ingresso di casa e tenendo in braccio una bimba. Tutto intorno c’è l’acqua del fiume Savio, che a Cesena nel pomeriggio di ieri ha esondato invadendo strade e case, arrivando anche a tre metri d’altezza sopra l’asfalto. E creando il panico tra decine di residenti rimasti prigionieri tra le loro mura, con il livello dell’acqua che continuava a salire.

In particolare quello che è successo lì, con sullo sfondo il campanile della parrocchia di San Rocco, ha dell’incredibile: alla richiesta di aiuto della madre rispondono i vicini di casa, in massa, che si lanciano a nuoto verso l’abitazione. Un uomo arriva per primo, si carica la piccola, che ha 3 anni, sulle spalle e torna indietro, scortato da un altro. L’uomo con la bimba cammina, tenendo la piccola il più in alto possibile, al riparo, fino a quando non la consegna a un altro abitante della zona, in posizione sopraelevata su un muretto. Dietro sopraggiunge anche la mamma, che si regge a una sorta di salvagente. Il lieto fine è la consegna della bimba agli agenti della polizia locale che compiono l’ultimo tratto.

È una scena da film e racconta soltanto uno dei tanti salvataggi che si sono succeduti fino a sera, coi vigili del fuoco impegnati a bordo dei gommoni e pure con l’elicottero, a trarre in salvo le persone aggrappate alle grondaie e salite in sui tetti. Perché è questo che è accaduto ieri in città: una situazione apocalittica per la quale nessuno da queste parti, nemmeno i nonni, ricorda termini di paragone nel passato. A far precipitare la situazione è stato il fatto che il fiume Savio è uscito anche nel tratto in cui attraversa la città, causando danni di proporzioni immani.

A Forlì i due fiumi, il Ronco a est e il Montone a ovest, hanno stretto la città come una tenaglia d’acqua: "La situazione più grave degli ultimi 130 anni...", sussurrano scuotendo la testa i tecnici. A un certo punto del pomeriggio, gli esperti non danno speranza: la città finirà sotto. Il sindaco Gian Luca Zattini lancia messaggi via mail, Facebook, video: "È il momento di pensare alla vita e alla salute delle persone", scandisce nel filmato che inonda i telefonini della città. "È una situazione che non riusciamo più a contenere". Gli argini sono integri: semplicemente, c’è troppa, troppa acqua. La situazione di piena "è gravissima". Fino all’appello più drammatico: "Chi può si sposti nei piani superiori".

Le evacuazioni si susseguono a ritmo martellante. Prima fuori città: Meldola, Forlimpopoli, dove c’è anche un black out. Da Modigliana a Castrocaro, telefoni in tilt. San Benedetto in Alpe è isolata. Le strade diventano affluenti dei fiumi. La sabbia e i sacchetti sono finiti al pomeriggio, i volontari ne riempiono altri, ma la lotta al maltempo è impari. Dopo le 21, il sindaco arriva ai Romiti, il quartiere più colpito a ridosso del Montone e del centro, insieme all’esercito. Scatta l’evacuazione di decine di famiglie: la notte, per molti, è trascorsa al palasport.