Mercoledì 24 Aprile 2024

Viaggio nella clinica degli animali. La rinascita di Cenerino, cucciolo scampato ai roghi

Era stato il primo soccorso negli incendi che hanno devastato la Sardegna. Le storie della cerbiatta Lussurzesa e della volpina Metà

Oristano, 8 febbraio 2022 - Viaggio nella clinica degli animali feriti. Tra i primi 'dimessi' Cenerino, il cucciolo di maremmano tra i simboli dei roghi in Sardegna, gli spaventosi incendi che hanno devastato il Montiferru quest'estate. Oggi vive felice con una famiglia adottiva.

Eccolo, nella foto pubblicata dalla Clinica Duemari di Oristano che ne ha curato le ustioni e l'intossicazione da fumo, come spiega la dottoressa Monica Pais, 59 anni, chirurga veterinaria.

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Per capire basta mettere a confronto l'immagine di oggi con quella del suo ricovero, a luglio. "Se non riconoscete questa faccetta da bel tomo posso capirlo … questo tipo qui è #Cenerino .. il cucciolo di maremmano ustionato che è stato il primo animale ricoverato in clinica durante l’incendio del Montiferru. Faccia da schiaffi", il post eloquente sulla pagina Facebook della clinica.

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Cenerino e Lussurzesa

Cenerino per fortuna è in buona compagnia. Cani, gatti, cervi, cinghiali e volpi: decine gli animali salvati dal fuoco grazie anche al lavoro costante dei cacciatori.  Come Lussurzesa, la cerbiatta dalla zampe ustionate, diventata iconac di una terra bellissima e martoriata, in quei giorni. Ricoverata a luglio, "in piedi ma con le gambe carbonizzate come la nostra gente", scrisse allora la dottoressa Pais. Era stata trovata "accanto al corpo della madre carbonizzata che non è riuscita a sopravvivere e lei era lì recuperata da un gruppo di cacciatori". L'aveva trovata Antonio Deriu, 22 anni, di Santu Lussurgiu, nel cuore dei roghi. Quel giorno, Antonio si era fermato perché il cavallo, innervosendosi, gli aveva dato il segnale di qualcosa che non andava. Oggi dice: "Vado a trovarla, ora non la vedo da qualche mese. Sta bene. Anche se non potrà tornare libera, nei boschi, per le zampe ferite".  Lo stesso destino della volpina, Metà, . Non potrà mai più essere libera e nemmeno adottata, perché è un animale selvatico. "Ma può vivere e gioire di piccole cose come una giornata di sole o un uovo", raccontano i medici della clinica a corredo di un video. Poi la raccomandazione: "Non interagite con gli animali selvatici, non fate il loro bene". Aiutateli, però, se sono in difficoltà.  

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 L'aveva trovata Antonio Deriu, 22 anni, di Santu Lussurgiu, nel cuore dei roghi. Quel giorno, Antonio si era fermato perché il cavallo, innervosendosi, gli aveva dato il segnale di qualcosa che non andava. Oggi dice: "Vado a trovarla, ora non la vedo da qualche mese. Sta bene. Anche se non potrà tornare libera, nei boschi, per le zampe ferite".

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La volpina Metà

Lo stesso destino della volpina, Metà, paralizzata al cinquanta per cento. Non potrà mai più essere libera e nemmeno adottata, perché è un animale selvatico. "Ma può vivere e gioire di piccole cose come una giornata di sole o un uovo", raccontano i medici della clinica a corredo di un video. Poi la raccomandazione: "Non interagite con gli animali selvatici, non fate il loro bene". Aiutateli, però, se sono in difficoltà.  

Angelo, il cane pastore

Non ce l'aveva fatta invece il cane pastore chiamato Angelo per ricordare la generosità di Angelo Delogu, il veterinario che lo aveva soccorso. Troppo gravi le ustioni, anche se l'animale averva cercato riparo su un muretto. Ma è vissuto abbastanza per commuovere tutta l'Italia. 

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La missione di Monica Pais

La clinica Duemari è un centro di primo soccorso per la fauna selvatica, accreditato da 30 anni. Nei giorni drammatici degli incendi sono stati soccorsi e curati almeno 180 animali. Poi ci sono tutti gli altri, cani e gatti, "curiamo duecento randagi all'anno, arrivano in condizioni disperate - racconta Monica Pais -. Siamo riusciti a costruire una rete creando una onlus, 'Effetto palla'. Cerchiamo di erogare prestazioni specialistiche anche a loro, la cosa richiede uno sforzo economico e professionale che ai randagi di solito è negato".

Ma se lo spieghi così non riesci a dare l'idea dell'amore che accompagna i progetti. Per capire questo, per comprendere la missione di questa veterinaria, bisogna leggere i suoi libri o ascoltarla mentre, nei brevi video che raccontano la vita della clinica - la casa degli animali più bisognosi di cure  - spiega con tenerezza la sofferenza, la rinascita (a volte la morte) dei suoi piccoli ospiti. Chiarisce: "Gli animali ragionano così: ho dolore non ho dolore, ho paura non ho paura, posso fare una cosa o non posso farla". Per questo anche la volpina Metà è felice davanti all'uovo che le porge. Anche se non è più padrona di una parte del suo corpo. "Per lei e Lussurzesa - anticipa la dottoressa Pais - c'è un progetto di 'Effetto palla'.  Vivranno in un centro". E avranno una vita dignitosa, anche se non potranno più correre nel bosco.