Mercoledì 24 Aprile 2024

AstraZeneca: via libera alla seconda dose. Attenzione ai sintomi per 20 giorni

Chi ha fatto la prima iniezione e non ha accusato malesseri particolari non ha nulla da temere

Astrazeneca, la situazione in Italia

Astrazeneca, la situazione in Italia

Dopo una prima comprensibile reazione emotiva, che ha spinto centinaia di persone a disertare l’appuntamento con il vaccino, oggi si torna a ragionare a mente fredda sui dati: le morti sospette riconducibili al siero di AstraZeneca in Italia sono state 10 su 2 milioni, lo 0,0005% del totale. I centralini delle aziende sanitarie sono bersagliati da richieste di chiarimenti. Sarà un’impresa rimuovere certi pregiudizi ma la profilassi è collaudata, ribadiscono le autorità, e la campagna va avanti. I dati dimostrano che i vaccini preservano dal rischio ospedalizzazione, contribuiscono a scongiurare il 100% degli esiti letali legati al Covid-19, e sono validi nelle diverse aree geografiche, incluse quelle con varianti emergenti.

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Basta una sola dose di AstraZeneca?

Solo chi ha avuto il Covid, e ha ricevuto una prima dose, in teoria può considerarsi protetto e fermarsi, se il medico curante è d’accordo. Tutti gli altri faranno bene a completare il ciclo, anche quelli che hanno iniziato con AstraZeneca senza riportare effetti collaterali di rilievo. Nelle fila del personale sanitario, molti di quelli che avevano ricevuto la seconda dose, convalescenti per aver contratto il virus in forma lieve o asintomatica, hanno avvertito qualche brivido in più, e si sono ritrovati nel sangue una concentrazione di anticorpi alle stelle: una sola somministrazione, con senno di poi, forse poteva bastare.

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Chi altro può fare il richiamo?

Una sola dose è pure la regola nel caso del vaccino Janssen (Johnson&Johnson), ma questo è tutto un altro discorso. L’Agenzia europea per i medicinali ha appurato che del vaccino J&J basta sempre comunque una sola dose (one shot) per tutti, indipendentemente dal fatto che siano stati contagiati o meno in passato, perché la formulazione è in grado di conferire una memoria immunitaria in prima istanza, valida cioè anche con valori apparentemente bassi di anticorpi circolanti.

Se ho fatto la prima, la seconda dose è sicura?

Chi ha iniziato il ciclo vaccinale con AstraZeneca in Italia senza riscontrare nulla di anomalo, ed è chiamato a sottoporsi alla seconda dose, si presenti senza timore all’appuntamento, indipendentemente dall’età. Questa l’indicazione data da Francesco Figliuolo: "Gli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose - ha chiarito il generale preposto alle vaccinazioni - riceveranno anche la seconda dose".

È vero che negli anzani induce trombosi?

L’indicazione, ancora più decisa dopo il caos di questi giorni, è di vaccinare più rapidamente con AstraZeneca le persone nella fascia d’età sopra i sessanta, per i quali il prodotto è ora raccomandato. Le trombosi, si è visto, vengono come complicanza infettiva (e nonostante le cure) a una parte di quelli che non si vaccinano e si ammalano.

"Ricordiamo piuttosto quanti farmaci banali, fra i quali la stessa aspirina, abbiano subito prima una riduzione e poi una limitazione d’uso", ha detto il virologo Giorgio Palù, presidente Aifa, per dare una idea dei rischi insiti nei medicinali. Come mai le trombosi cerebrali venose in persone relativamente giovani non sono state segnalate in associazione a vaccini a mRna come Pfizer o Moderna? "C’è stata qualche segnalazione rara – ha aggiunto il professor Palù – ma non di questo tipo".

Quali sintomi fanno scattare l'allarme?

L’invito ai vaccinati con AstraZeneca nella fascia di età compresa nelle raccomandazioni dell’Ema è di segnalare senza esitazioni eventuali sintomi che dovessero insorgere nell’arco temporale da 4 a 20 giorni dopo l’iniezione manifestano sintomi gravi, come "mancanza di respiro, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici come mal di testa grave e persistente o visione offuscata, minuscole macchie di sangue sotto la pelle oltre il sito di iniezione".

Cosa fare nei casi sospetti?

La sorveglianza si rende necessaria per monitorare i soggetti a rischio coaguli con bassi livelli di piastrine, osservati in rarissimi casi dopo la vaccinazione anti-Covid, ma riscontrabili anche nel resto della popolazione. Nei casi dubbi, raccomanda l’Oms, affidarsi subito al medico per i provvedimenti del caso.

"In presenza di sintomi come lividi, ematomi, mal di testa forte, dolori addominali inspiegabili - ha dichiarato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano - è giusto che la gente avverta subito il curante, e si sappia che esistono cure in tutti gli ospedali. Uno studio della Johns Hopkins University ha mostrato, del resto, come le trombosi del seno venoso cerebrale colpiscono purtroppo una persona su 200mila a tutte le età, anche quanti non hanno ancora fatto il vaccino".