Mercoledì 24 Aprile 2024

L’estate romagnola è salva. “Il mare si ripulisce da solo. L’acqua sarà sempre la stessa”

Il ricercatore Inghilesi (Ispra): i fiumi stanno scaricando solo sedimenti, si disperderanno in fretta. “Nelle aree alluvionate ci sono impianti industriali, ma non abbiamo trovato tracce di contaminazione”

Roma, 28 maggio 2023 – L’estate delle spiagge romagnole è salva. Dopo l’alluvione c’è un aumento dei sedimenti trasportati a mare, sedimenti che a breve provocano eutrofizzazione, ma non ci sono indicazioni di aumento dell’inquinamento nel mare Adriatico. Che comunque è abituato ad un forte apporto di sedimenti e ha buone capacità di rigenerazione e di diluizione. "Non abbiamo informazioni sulla presenza di inquinamenti chimici o batteriologici o da idrocarburi alla foce dai fiumi dopo l’alluvione in Romagna" osserva Roberto Inghilesi, responsabile del centro operativo della sorveglianza ambientale dell’Ispra.

Alluvione in Emilia Romagna, i fiumi esondati
Alluvione in Emilia Romagna, i fiumi esondati

“Nelle aree interessate ci sono impianti industriali contenenti contaminanti – prosegue Inghilesi – ma non abbiamo alcuna indicazione di inquinamenti localizzati che possano trasferirsi nei fiumi e poi in mare. In ogni caso i controlli proseguono ma va tenuto presente che il flusso di acqua che arriva nell’Alto Adriatico è completamente dominato dal Po, che in questi giorni sta trasportando acqua con molti sedimenti, certo, ma senza picchi di altri inquinanti. L’acqua dolce del Po rimane relativamente vicino alla costa e diluisce quanto arriva dai fiumi che hanno causato l’esondazione. Non vedo oggi un quadro critico né problemi per la stagione estiva".

Quello che possiamo attenderci, ed è successo, è un aumento del trasporto di sedimenti, come dimostra l’immagine catturata il 4 maggio – cioè dopo la prima alluvione in Romagna - dal satellite Sentinel-3 del programma Copernicus. L’immagine satellitare, mostra l’effetto delle correnti marine che hanno trasportato per 33 chilometri i sedimenti per chilometri nell’Adriatico dipingendo dei pennacchi nei toni dell’azzurro e del marrone. Le immagini scattate il 24 maggio dai satelliti Sentinel 2 e 3, elaborate da Ispra, sembrano indicare una dispersione di sedimenti molto più vasta. "La colorazione dei “pennacchi“ alla foce dei fiumi – precisò però Ispra – è data dal trasporto di sedimenti e non è di per sé indicativa di criticità ambientali". Lo stesso accadde dopo l’alluvione nelle Marche dello scorso anno, quando l’area con aumento di sedimenti si estese per 80 km e per 20 km in profondità.

Il trasporto di sedimenti e la conseguente eutrofizzazione è confermato nel bollettino Arpae (l’agenzia regionale per l’Ambiente) del 22-23 e 24 maggio si osserva che "l’area marina antistante la costa dell’Emilia Romagna è interessata da un esteso processo di eutrofizzazione che si manifesta con una colorazione verde-marrone delle acque superficiali. Le cause della fioritura algale sono essenzialmente il forte e costante contributo di elementi nutritivi sversati a mare a seguito dell’evento eccezionale che sta caratterizzando l’entroterra nella zona che va dal faentino-ravennate al forlivese. A ciò si aggiunge un continuo e costante apporto dal Po che, dopo un lungo periodo di siccità, ha ripreso a sversare importanti apporti. Il parametro ossigeno disciolto rimane nella norma". Il nuovo monitoraggio sarà pronto nei primi giorni di giugno.