Mercoledì 24 Aprile 2024

Manovra, una catena di espedienti per fare cassa

Sembra un po’ la storia di quel tale che rubava il suo stesso portafoglio dalla tasca destra per nasconderlo in quella sinistra. I soldi non ci sono, e quindi ci si arrangia come si può. Così la flat tax fino a un certo ammontare di giro d’affari, per le partite Iva, viene abolita. Si procederà con accertamenti precisi e conseguente tassazione. Fino a ieri il regime in vigore, flat tax appunto senza obbligo di rendicontazione, era sembrato un modo per agevolare l’ingresso nel mondo produttivo dei giovani. Ma evidentemente l’obiettivo con è più questo: adesso si tratta soprattutto di fare cassa.

E questo è uno dei guai che capitano quando i soldi scarseggiano: anche i migliori propositi vanno a farsi benedire: il denaro si va a pescare dove si pensa che si trovi, alle politiche di più lungo respiro si penserà in futuro, quando le cose andranno meglio (ma quando?). Questo è uno dei tanti momenti sbagliati della manovra in corso. Rimane il fatto che questa è una manovrina bizzarra: 30 miliardi in totale, ma 23 assorbiti dalla sterilizzazione dell’Iva, cioè per lasciare le cose come erano. Per la manovra vera e propria rimangono solo 7 miliardi, raccattati come farebbe una massaia nell’orto di casa, un po’ qui e un po’ là.

Anche se poi, alla fine, si scopre che metà di questi 30 miliardi sono in realtà fatti a debito. Insomma, si fa poco o niente, ma il debito pubblico invece di scendere sale. D’altra parte, con un debito pubblico ormai sopra i 2400 miliardi per fare un bilancio che stia in piedi non rimangono che gli espedienti: tasse sulle sigarette, sulla plastica, e sulle partite Iva che consentivano ai giovani di darsi da fare. E così questo giro se ne va, il prossimo sarà un bel mistero. Anche gli espedienti, prima o poi, finiscono. Ma, forse, sbrogliare la manovra 2021 toccherà a qualcun altro. La speranza è sempre questa: che sia un altro a dover tirare le castagne fuori dal fuoco.