Venerdì 26 Aprile 2024

Alla fine si salta un giro

Eppur si muove. E non potrebbe essere altrimenti a una settimana dall’insediamento delle nuove Camere. Si muove la politica, si muovono i partiti, ma oggi la sensazione, è che domani difficilmente si muoverà qualcosa. L’elezione dei presidenti di Camera e Senato s’ha da fare, e si farà. Ma trovare, dopo, una maggioranza che governi, è altra storia. Intricatissima. Almeno questo ci hanno detto gli ultimi giorni. Con i 5 Stelle che hanno preso pallino, forti di un grande successo elettorale che non si è però trasformato in vittoria piena.

Con la loro legittima rivendicazione del vertice della Camera dove hanno il 36% dei deputati. Un pallino che è rimbalzato creando contraccolpi profondi in un centrodestra dalla vittoria mutilata, e mettendo in qualche imbarazzo un Pd di lotta (?), ma nato e cresciuto per essere di governo. Da qui un dialogo di metodo sui successori di Grasso e Boldrini, ben attenti tutti a specificare come si sia parlato solo di «figure di garanzia e profili autorevoli». Cioè qualcosa di molto raro sul mercato parlamentare. Di merito, di roba tipo occupazione, sicurezza, povertà, gli argomenti schiacciati da temi più stringenti come il ritorno del fascismo (0,9% di CasaPound), neanche l’ombra. Niente di strano. Sul merito la danza la devono menare i vincitori e qui ognuno suona la sua musica. Con il rischio calcolato del leader leghista di poter pure tirare la corda con Berlusconi per fare il pieno al prossimo giro, ma anche con la certezza che sarebbe un suicidio ballare al ritmo dei grillini. Già, il prossimo giro. Forse non troppo lontano, se i tre blocchi non si sbloccheranno. Forse pilotato da un governo terzo, neutro, che corregga l’indecente sistema elettorale. Un ‘Migliorellum’. Forse con un esito più certo del 4 marzo. Forse.