Venerdì 26 Aprile 2024

Bebe Vio e la gag sul bastone da selfie. Facebook in delirio

"Mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diventare qualsiasi cosa nella vita..."

Bebe Vio e il selfie con Rosolino e Ciaralli

Bebe Vio e il selfie con Rosolino e Ciaralli

Roma, 6 novembre 2016 - Bebe Vio sempre più regina dei social. Una gag della schermitrice paralimpica azzurra ha mandato letteralmente in tripudio Facebook, totalizzando una valanga di like a tempo di record: 38mila in poco più di due ore con quasi 5mila condivisioni. Beatrice Vio (nessun soprannome per la sua pagina ufficiale) ha postato una foto che la ritrae insieme a David Ciaralli di Federginnastica e alla leggenda del nuoto Massimiliano Rosolino. Uno dei classici selfie 'Vip' che l'hanno resa celebre. La particolarità è che per l'autoscatto in questione Bebe abbia usato come 'selfie stick' (il bastone da selfie) la sua protesi al braccio destro. Accanto all'immagine, il commento:  "Mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diventare qualsiasi cosa nella vita... quindi ho deciso di essere un selfie stick". Autoironia semplice, genuina e spontanea: il biglietto da visita di questa ragazzina di 19 anni che ha conquistato in pochi mesi un Paese intero. Due medaglie a Rio (un oro e un bronzo), un invito alla Casa Bianca per una cena con Renzi e Obama (con selfie 'rubato' al Presidente) e quel sorriso che travolge e trascina chiunque lo incroci anche solo per un istante. Qualcuno l'ha criticata, soprattutto dopo la cena a Washington, e lei non si è certo nascosta, consapevole che la legge di Facebook non guarda in faccia a nessuno: se sei personaggio pubblico e decidi di vivere come tale sui social, esponi il fianco alle altrui opinioni. Nel bene e nel male. Questa volta, però, il popolo del web sembra schierato quasi all'unanimità. Lo dimostrano la pioggia di like condivisioni che stanno tempestando la pagina della campionessa azzurra. 

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LA STORIA - Quando aveva undici, nel 2008, Bebe Vio fu colpita da una meningite fulminante. La malattia degenerò in una vasta infezione che rese necessaria l’amputazione di tutti e quattro gli arti. "A dieci anni aveva fatto la profilassi contro la meningite di tipo A - raccontava il padre qualche tempo fa Qn - . Allora i sanitari ci dissero che era troppo piccola per sottoporla alla vaccinazione contro la B. Per loro era meglio aspettare che compisse i quattordici anni. Noi ci siamo fidati, ma purtroppo ci siamo sbagliati: praticamente dodici mesi dopo mia figlia ha contratto il batterio" .  Quella bambina di Mogliano Veneto non si è persa d'animo, si è subito affidata a un team di specialisti, ha lottato per adattarsi a protesi sempre più affinate e funzionali. E ha continuato a inseguire il suo sogno nella scherma che praticava dall'età di 5 anni. Quest'estate ha partecipato alle Paralimpiadi di Rio, mettendo al collo un oro nella prova individuale e un bronzo in quella a squadre. 

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