Barbra, sul palco pensando a Modì. "In tour per comprare un quadro"

Milano, 15 dicembre 2017 - Il suo regno per un Modì. Da quando nel ’67 Barbra Streisand dimenticò le parole di una canzone, maturando quel rapporto di odio e amore col palcoscenico che l’ha tenuta alla larga dai concerti per 27 anni, ogni nuova tournée finisce con l’assumere ai suoi occhi i connotati dell’impresa himalaiana. Ma un anno e mezzo fa a farle dire sì ai 16 show di “The Music…The Mem’ries…the Magic!” ci ha pensato una tela. Di Modigliani. «Adoro comprare quadri», ammette l’ex funny girl, 75 anni e un patrimonio personale stimato attorno ai 390 milioni di dollari. «Adoro essere in grado di permettermeli e questo è il motivo per cui ho fatto quel piccolo tour; per acquistare quel dipinto. Attualmente la tela è in mostra alla Tate Modern di Londra per una temporanea sull’artista livornese; prima del viaggio in Europa l’ho salutata e dopo qualche giorno m’è arrivata una sua foto nella nuova collocazione».

Né la Divina né la Tate rivelano di quale quadro si tratti. Intanto, però, quel “ The Music…The Mem’ries…the Magic!” che ha reso possibile l’incontro tra Barbra e l’arte di “Dedo” trova posto tra i solchi di un doppio album dal vivo, l’ottavo della sua discografia, sul mercato da oggi. È stato registrato un anno fa al BB&T Center di Fort Lauderdale e all’AmericanAirlines Arena di Miami in occasione del tour poi suggellato in primavera al Barclays Center di Brooklyn con quello che, salvo ripensamenti, potrebbe rimanere il concerto definitivo di una carriera inarrivabile.

L’album è legato al documentario realizzato da Netflix sul mito Streisand, unica artista della storia ad essere riuscita nell’impresa di agguantare il primo posto nella classifica americana degli album per sei decenni consecutivi. Il che, tradotto in riconoscimenti, fa 52 dischi d’oro, 31 di platino e 13 multiplatino. Un fenomeno commerciale ed artistico paragonabile solo a quello di Frank Sinatra, ritoccato dalla Divina proprio un anno fa centrando il suo undicesimo numero uno con la raccolta di duetti “Encore: movie partners sing Broadway”. «Quando mi hanno detto che ero prima nella chart degli album più venduti mi sono quasi commossa perché, alla mia età, non è facile arrampicarsi fin lassù» spiega lei che in 16 concerti ha incassato 53 milioni di dollari, richiamando oltre 200mila spettatori senza però riuscire a scacciare i fantasmi che si porta dietro da cinquant’anni. «Anche se stavolta mi sono sentita molto più a mio agio col palco che in passato, ma non vedevo l’ora di scendere; sono una che mentre si esibisce pensa ‘quante canzoni mancano alla fine? Altre due? Oddio, ne devo cantare altre due!’ e non è troppo divertente vivere con questo stato d’animo».

Meglio il cinema, anche se ad Hollywood di budget per i suoi film ad alto costo non sembra trovarne più. «Gli studios non sono interessati alle storie d’amore» assicura. «Nel mio caso potrebbe trattarsi di ‘ageismo’, ma non ne sono sicura. Penso, piuttosto, che in giro abbiano paura delle donne forti. Questo è pure uno dei motivi per cui Hillary (Clinton, ndr) non è stato eletta». Se con gli spettacoli potrebbe aver chiuso, la ‘voce’ di Brooklyn non intende certo mollare lo studio di registrazione per ritirarsi a vita privata con quel James Brolin assieme a cui nel 2018 festeggia vent’anni di matrimonio. “Per il prossimo album ho un’idea abbastanza diversa da quelle del passato; ho trovato, infatti, una lista di canzoni che volevo cantare all’età di 18 anni e penso sia arrivato il momento di farlo. Il titolo? Sto pensando a ‘Will I find my love today’, proprio come il pezzo inciso nel ’57 da Johnny Mathis, il mio cantante preferito. Adoro la sua voce, tant’è che da ragazzina, mentre i miei coetanei impazzivano per Elvis, io ascoltavo Mathis modellando il mio stile sul suo. Visto che Johnny ha appena compiuto 82 anni e un altro grande come Tony Bennett ne ha addirittura 91, io al loro confronto sono una ragazzetta sfrontata”.