Venerdì 26 Aprile 2024

Alitalia news, Calenda: "Prestito ponte da 3-400 milioni"

Il premier Gentiloni: "Deluso dal referendum, non ci sono le condizioni per la nazionalizzazione"

Alitalia, foto generica (Newpress)

Alitalia, foto generica (Newpress)

Roma, 26 aprile 2017 - Dopo la vittoria del no al referendum sulla ricapitalizzazione, Alitalia marcia verso il commissariamento. E sulla vicenda interviene il premier Paolo Gentiloni: "Non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia. Tuttavia, il governo si sente impegnato a difendere i lavoratori, i cittadini, gli utenti e i contribuenti - ha aggiunto Gentiloni - e a non disperdere le risorse della compagnia, come hanno già detto altri ministri competenti". Il premier ha poi aggiunto parlando della grave situazione di Alitalia: "Ci lavoreremo sapendo che la decisione sul referendum rende più difficile una sfida che si trascina già da 15 anni". Il presidente del Consiglio ha inoltre espresso la propria opinione in merito, spiegando: "Da parte mia c'è stata delusione per il fatto che l'opportunità di un accordo azienda-sindacati non sia stata colta. Su questa questione bisogna dire la verità, l'avevo detta prima e l'ho detta adesso. Non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione dell'Alitalia".

image

SCHEDA: Cosa prevedeva il pre-accordo

Quanto al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, a Giovanni Minoli su Radio 24 dichiara: "Non è mai colpa dei dipendenti. La dimensione in termini di costi di Alitalia rispetto a volumi che genera è una dimensione insostenibile, quindi la razionalità di fare un piano che preveda anche in maniera molto attenta una riduzione dei costi fissi è inevitabile". 

PRESTITO PONTE - Per la continuità, specifica Calenda: "L'unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai 300-400 milioni per assicurare sei mesi di gestione". E alla domanda su Lufthansa che sembra molto interessata a comprare Alitalia si fa scappare: "Lo spero" e poi precisa: "sarebbe interessante da esplorare".  E continua Calenda: "Poi c'è il tema della qualità dei contratti, non possiamo inseguire il modello di business di Ryanair", haprecisato il ministro, che a proposito dell'esito del referendum ha poi detto: "non me l'aspettavo perché quella era una strada per avere un miliardo di euro di nuova finanza da investitori privati. Tra l'altro l'accordo con i sindacati prevedeva il fatto che dopo due anni di utile si ridiscutesse tutto l'accordo, era un percorso difficile e complicato, ma era un percorso". "Il nuovo commissario - sottolinea il ministro - deve assicurare la continuità dell`azienda e poi trovare un acquirente per Alitalia che sappia gestirla". Per la continuità: "l`unica cosa sarà avere un prestito ponte dallo Stato, intorno ai tre/quattro cento milioni per assicurare sei mesi di gestione".

BOCCIA CONTRARIO - L'idea del prestito-ponte sembra non essere gradita al Pd. O quanto meno a Francesco Boccia. "Se siamo arrivati fin qui è perché qualcuno ha sottovalutato, a partire dal ministro dello Sviluppo economico - dice il presidente della commissione Bilancio della Camera, ospite del Forum Agi 'Viva l'Italia' - . Di Calenda io ho stima come professionista, però ora come ministro è chiamato ad assumere delle scelte che impattano sul futuro dei lavoratori e sul trasporto aereo". E aggiunge: "Ora non mi possono dire che in 6 mesi si fa tutto... in 6 mesi non si fa nulla. Il prestito ponte? Parliamone, ma non se serve a fare l'ennesima bad company...". E ancora: "Se deve esserci lo Stato è bene che decida lo Stato". 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro