Mercoledì 24 Aprile 2024

Alitalia, cosa prevede il pre-accordo

Una ripatrimonializzazione dell'azienda per circa 2 miliardi di euro. E 980 esuberi

Un seggio del referendum Alitalia sigillato (Ansa)

Un seggio del referendum Alitalia sigillato (Ansa)

Roma, 24 aprile 2017 - Il personale Alitalia ha detto no al nuovo piano di sviluppo e ricapitalizzazione, che prevedeva però altri sacrifici per i dipendenti. Il verbale di pre-accordo firmato da sindacati e azienda il 14 aprile prevedeva una ripatrimonializzazione dell'azienda per circa 2 miliardi di euro, di cui oltre 900 come "nuova finanza". Complessivamente puntava su un taglio del costo del lavoro di 670 milioni in 5 anni.   

Il pre-accordo prevedeva 980 esuberi per i contratti a tempo indeterminato per il personale di terra rispetto a una iniziale proposta di 1.338. La riduzione deriva dal fatto che 358 addetti alla manutenzione non vengono più esternalizzati. Per i 980 esuberi si fa ricorso alla Cigs per due anni a partire da maggio, e con l'integrazione del Fondo del settore avranno fino all'80% della retribuzione. Poi saranno riassorbiti dall'azienda o andranno in Naspi, ex indennità di disoccupazione. 

Previsti anche incentivi all'esodo. Per il personale navigante sono previsti scatti di azianità triennali anziché annuali. Il primo sarà a partire dal 2020, con un tetto del 25% agli aumenti salariali nel caso di promozioni. Applicazione dei livelli retributivi "city liner" per i nuovi assunti indipendentemente dall'aeromobile di impiego. Prevista la riduzione di un assistente di volo nei collegamenti a lungo raggio, la riduzione dei riposi annuali da 120 a 108, con un minimo di 7 nel mese, esodi incentivati per i piloti e assistenti di volo.

Taglio del 21,6% dell'indennità di volo che corrisponde a una riduzione complessiva dello stipendio dell'8%. Al termine del contratto di solidarietà sarà valutata la possibilità della trasformazione del part-time in coerenza alle esigenze aziendali e la prosecuzione del contratto di solidarietà fino alla scadenza prevista per legge, ovvero fino al 24 settembre 2018.  L'azienda, si legge poi nel verbale di preaccordo, si impegna, nell'eventualità di un biennio continuativo con un Ebitda positivo e comunque non prima del 2022, a discutere con i sindacati per un eventuale recupero del taglio salariale.   

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