Giovedì 25 Aprile 2024

Omicidio Varani, Marco Prato suicida in carcere

Era accusato del delitto avvenuto durante un festino a base di sesso e droga. In un biglietto i motivi del suo gesto. Il Garante: "Suicidio annunciato"

Marco Prato, uno degli arrestati per l'omicidio Varani (Ansa)

Marco Prato, uno degli arrestati per l'omicidio Varani (Ansa)

Roma, 20 giugno 2017 - Si è suicidato in carcere Marco Prato, accusato dell'omicidio di Luca Varani, il ragazzo di 23 anni ucciso a Roma nel marzo del 2016 durante un festino a base di sesso e droga. Domani il trentunenne, che era detenuto a Velletri (Roma), avrebbe avuto l'udienza del processo. 

Il giovane è stato trovato durante il giro di ispezione, morto soffocato con un sacchetto di plastica sul volto inalando il gas della bomboletta che i detenuti usano per cucinare. Il compagno con cui divideva la cella non si sarebbe accorto di nulla perché stava dormendo. 

IL BIGLIETTO - Prato ha lasciato un biglietto in cui spiega che i motivi del suo gesto : "Non ce la faccio più", ha scritto, lamentando "menzogne dette" su di lui e "l'attenzione mediatica" subìta. Sembra, insomma, che si sia tolto la vita perché non reggeva più il peso della vicenda giudiziaria. L'ex pr romano forse aveva pensato al suicidio già in passato. Nella stanza d'albergo in cui si era rifugiato subito dopo l'omicidio furono trovati dei biglietti indirizzati ai suoi genitori che fecero pensare il giovane avesse avuto questa intenzione. "Chiedo scusa a tutte le persone a cui ho fatto qualcosa - si leggeva in uno dei messaggi -. Vi scrivo mentre me ne sto andando". "Sto male o forse sono sempre stato così, ho scoperto cose orribili dentro di me e nel mondo. Fa troppo male la vita", scriveva ancora il giovane.

IL DELITTO - Prato era finito in cella insieme a Manuel Foffo, reo confesso fin dall’inizio e condannato a 30 anni di carcere con il rito abbreviato. A differenza dell'amico, però, Prato aveva deciso di farsi processare con rito ordinario. Secondo l'accusa, Foffo e Prato massacrarono Varani dopo aver svolto una sorta di macabro casting per la scelta della vittima, in auto per Roma per cercare "qualcuno da uccidere". Poi si accanirono per circa due ore sul corpo di Luca dopo averlo stordito con un mix di alcol e un farmaco. Dopo l'arresto era stato rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, nel reparto destinato a chi commette reati sessuali. Da qui da pochi mesi era stato spostato nel carcere di Velletri. 

LA FAMIGLIA VARANI - "Stamattina ho parlato con la mamma di Luca Varani e lei è scoppiata a piangere appena ha saputo del suicidio di Marco Prato", ha detto il criminologo Vincenzo Mastronardi, consulente della famiglia Varani. "La morte di Marco Prato è una tragedia nella tragedia del povero Luca Varani e dei suoi genitori. Non penso che Prato si sia tolto la vita per rimorso e pentimento: né lui né Manuel Foffo si sono comportati bene con i genitori di Luca", ha dichiarato invece l'avvocato Alessandro Cassiani, legale della famiglia. "Credo che alla base del suicidio ci siano più fattori: ritengo che abbiano pesato su Prato la lunga detenzione, l'estenuante attesa del processo che ha dovuto subire due rinvii per lo sciopero degli avvocati quando si sarebbe potuto chiudere in fretta optando per il rito abbreviato, come ha fatto l'altro imputato, e soprattutto il fatto che in udienza avrebbe deposto, su citazione della Procura, lo stesso Foffo, che avrebbe scaricato sull'ex amico ogni responsabilità", ha aggiunto.

IL GARANTE DEI DETENUTI - "Nessuna sorpresa per un suicidio per molti versi annunciato", ha dichiarato invece il Garante nazionale per le persone detenute e private della libertà, Mauro Palma, che si era interessato del caso Prato e aveva segnalato il rischio del suo suicidio chiedendo che fosse spostato dal carcere di Velletri. "Al di là di rassicurazioni informali e generiche, nessuna delle autorità responsabili ha voluto recedere dalla posizione presa, nonostante l'indicazione dell'inadeguatezza della collocazione a Velletri e del rischio suicidario ancora esistente". Intanto la procura di Velletri ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Non è escluso che l'indagine andrà a verificare se lo stato di detenzione di Prato fosse compatibile con le sue condizioni psicofisiche.