Martedì 3 Giugno 2025
REDAZIONE TECH

Questo robot ha imparato a giocare a ping pong in 90 minuti

Non è un campione, ma ci sa abbastanza fare: tutto merito dell'intelligenza artificiale

Un frame del video

Un gruppo di ingegneri dell'Università di Tubinga ha messo a punto un robot capace di giocare a ping pong a un livello "da principiante". In ambito robotico potrebbe sembrare qualcosa di non eccezionale, ma la vera notizia è un'altra. Il braccio meccanico ha imparato a destreggiarsi con la racchetta da zero, nel giro di soli 90 minuti, grazie a un processo di apprendimento automatico (machine learning, in inglese) che documenta una volta di più le infinite potenzialità dell'intelligenza artificiale. Per raggiungere l'obiettivo che si erano preposti, i ricercatori hanno prima di tutto creato un programma che simulasse una partita di tennis tavolo, in modo da allenare l'IA in un ambiente virtuale, seguendo il classico schema del prova e sbaglia (trial and error). Attraverso un algoritmo di apprendimento automatico la macchina ha ad esempio imparato come la velocità del colpo e l'orientamento della racchetta influenzino la traiettoria della pallina. Terminato l'addestramento, il software è stato implementato su un braccio robotico reale, per testarlo contro dei giocatori in carne e ossa. La tecnologia si è avvalsa di due telecamere con cui tracciare la posizione della pallina ogni sette millisecondi: le informazioni sono state poi rielaborate dall'algoritmo per decidere come muovere il braccio ed eseguire una risposta. Gli scienziati hanno puntualizzato che il robot ha dei limiti ovvi, in quanto non è dotato di grande tecnica (ad esempio non sa effettuare il cosiddetto backspin) e va un po' in difficoltà quando si tratta di respingere le palle troppo lente. Tuttavia, ha sottolineato scherzosamente il co-sviluppatore Andreas Zell: "Non è peggio di un normale giocatore umano: è già alla pari con me". Quello che conta di più è che l'operazione – simulazione virtuale più test sul campo – ha richiesto nel complesso solo un'ora e mezza, a dimostrazione di quanto una macchina possa evolversi rapidamente da sola, acquisendo nuove competenze.