Valentino Rossi e Hamilton, i due re vogliono la sfida incrociata

Rossi in Mercedes, Lewis in Yamaha: si prepara lo show ad "armi invertite". Il teatro della prova potrebbe essere Dubai

Lewis Hamilton, 34 anni, pilota Mercedes e Valentino Rossi, 40, pilota Yamaha

Lewis Hamilton, 34 anni, pilota Mercedes e Valentino Rossi, 40, pilota Yamaha

Motegi (Giappone), 21 ottobre 2019 - Il rischio, per Valentino, è che l’intera faccenda finisca per trasformarsi in una sorta di diversivo, in un tentativo di distogliere l’attenzione da un epilogo di stagione davvero malinconico. Eppure, al netto della legittima preoccupazione, è divertente l’idea di una sfida incrociata tra il signor Rossi e Lewis Hamilton. Da re a re, scambiando le armi da competizione. Il mito della moto guiderebbe la Mercedes, l’ormai sei volte iridato di Formula Uno (manca solo la consacrazione matematica, imminente, forse già in Messico il prossimo week end) salirebbe in sella alla Yamaha. Teatro dello show, forse, il circuito di Abu Dhabi.

Ora, al di là della trovata propagandistica, nota è la passione di entrambi per il... mestiere dell’altro. Hamilton è un maniaco delle due ruote (curiosamente, anche in questo somiglia a Michael Schumacher), fa collezione di motociclette arrembanti, è da sempre un ammiratore di Vale. Non si è mai cimentato in test “da professionista” ma la materia la conosce.

Valentino, invece, si era spinto più in là. Era da poco cominciato il nuovo millennio quando prese sul serio l’ipotesi di farsi erede di una leggenda. John Surtees era un centauro britannico. Laureatosi campione del mondo della classe 500, la MotoGP di oggi, passò alle corse su quattro ruote. Enzo Ferrari, che aveva sempre amato le motociclette, gli permise di realizzare il sogno. Con la Rossa, nel 1964 Surtees conquistò il titolo iridato anche in Formula Uno. E rimane l’unico essere umano capace della doppietta. Vale ci ha pensato e tanto. Montezemolo gli fece da sponda a Maranello. Ci furono test veri e Rossi si mischiò pure ai driver da Gran Premio, sulla pista di Valencia.

L’ingegner Luigi Mazzola, stretto collaboratore di Todt e di Schumi, ha ancora un rimpianto: "Ce l’avrebbe fatta – racconta Mazzola – Rossi ha un talento naturale per la velocità e capiva al volo la monoposto. Avesse insistito, avrebbe vinto anche su quattro ruote!". Ma il diretto interessato preferì restare fedele alla moto. Comprensibilmente, considerato il suo albo d’oro. Anche se, a leggere le malinconiche cronache del presente, chissà che qualche rimpianto non sia venuto anche a lui...