Il primo gol inglese dei sei all'Iran nella gara che apre il Mondiale dei britannici lo segna un diciannovenne, Jude Bellingham, uno di quei ragazzi che per talento precoce spesso finiscono sui taccuini del Borussia Dortmund. Gioca in Germania per il suo terzo anno, in un club che è un esempio per capacità di acquistare talenti in erba e lanciarli sul palcoscenico internazionale, facendoli crescere senza troppi assilli. E' la squadra che, dopo l'esplosione al Salisburgo, decise di puntare su Erling Haaland e la scorsa estate ha realizzato la cessione da 75 milioni di euro e una plusvalenza da capogiro.
Probabilmente a Bellingham accadrà lo stesso, soprattutto se continuerà a fare quel che sta facendo sia nel club che in Nazionale, dove nonostante sia solo un classe 2003 è un pilastro della rappresentativa. Un centrocampista moderno che unisce fisico e tecnica, non segna tantissimo ma contro l'Iran ha trovato pane per i suoi denti allorché un suo inserimento ha tagliato in due la disattenta retroguardia iraniana.
Come spesso gli capita considerando a che età gioca a certi livelli, Bellingham questo pomeriggio in Qatar era il più giovane in campo, in una nazionale che unisce l'esperienza dei Kane o Maguire (super criticato ma per Southgate un fedelissimo) alla vitalità dello stesso Bellingham ma anche di Saka, protagonista in Premier con l'Arsenal capolista, autore di una doppietta e oggi capocannoniere del torneo assieme all'ecuadoriano Valencia e al rivale di giornata Taremi. Una delle poche note liete per gli sconfitti, il cui compito per le prossime ore sarà archiviare in fretta la pesante batosta. Di Taremi sentiremo ancora parlare in Italia, anche dopo la rassegna iridata: è uno dei giocatori più importanti del Porto, prossima rivale dell'Inter negli ottavi di Champions League.