
di Doriano Rabotti
Fino a quando non ufficializzerà la sua scelta, la paura che sia troppo bravo per l’Italia rimarrà. A maggior ragione dopo che ieri Paolo Banchero è stato scelto come matricola dell’anno nella Nba, con un plebiscito quasi bulgaro.
I numeri sono impressionanti, e paradossalmente in assenza di un annuncio sono quelli che preoccupano di più. L’asso italo-americano degli Orlando Magic è stato nominato Rookie of the year, matricola dell’anno, dopo un primo campionato nella Nba da stropicciarsi gli occhi. Ha battuto Jalen Williams degli Oklahoma City Thunder e Walker Kessler degli Utah Jazz, e questa per il basket azzurro sarebbe una grandissima notizia. 20 anni, cresciuto a Duke, nato a Seattle da padre italiano, Banchero non ha solo vinto: ha dominato, ottenendo 98 voti su 100 disponibili, come ‘primo posto’, chiudendo con un punteggio totale di 494 punti contro i 241 di Williams e i 114 di Kessler.
Ma i numeri davvero incredibili sono quelli delle sue medie nella prima stagione Nba: in 72 partite giocate ha avuto in media 34 minuti in campo con 20 punti, 6.9 rimbalzi, 3.7 assist, 2.8 perse, tirando col 43% dal campo, col 30% da tre (su 4 tentativi) e col 74% ai liberi (su 7.4 tiri).
E in tanta bravura sta anche tanta preoccupazione: perché in assenza di un annuncio ufficiale da parte del giocatore, sulla scelta della nazionale per la quale preferirà giocare, è lecito pensare che Banchero sia tentato...se anche gli Stati Uniti si dovessero dimostrare veramente interessati a lui, chi vincerà il derby tra le due radici del ragazzo?
Ci vorrà ancora qualche mese prima di scoprirlo. Di sicuro l’Italia, tra missioni americane del ct Pozzecco e la massima disponibilità ad integrarlo nel gruppo, ha fatto tutto quello che poteva per convincere il ragazzo a indossare la maglia azzurra.
Adesso decidere tocca a lui. Alla miglior matricola della Nba.