Mercoledì 24 Aprile 2024

Michele Bernetti Il presidente dell’Imt: "I nostri soci crescono, l’unione fa la forza"

Sfruttata l’opportunità di investire in ricerca grazie al Pnrr: "Partecipiamo a un bando su sostenibilità, biodiversità e zonazione".

di Patrick Colgan

Michele Bernetti, titolare della cantina Umani Ronchi, dal 2022 è il presidente dell’Istituto marchigiano di tutela vini.

Bernetti, come si presenta il vino marchigiano al Vinitaly?

"Penso si presenti bene. Il mercato è più dinamico sui bianchi e i rossi risentono un po’ del trend nazionale. L’export è andato molto bene".

Quali sono stati i risultati del Prowein di Dusseldorf e cosa vi aspettate dal Vinitaly?

"Al Prowein c’era meno presenza, anche per la sovrapposizione di molte fiere e mancavano ancora molti asiatici. I nostrii risultati sono stati soddisfacenti: è una fiera per la quale è necessario essere preparati. Le aspettative ora ci sono: per il vino italiano il Vinitaly ha ripreso centralità"

Qual è il motivo della crescita di soci dell’Imt nell’ultimo anno, passati da 472 a 519?

"C’è un fatto strutturale, molte aziende che prima facevano solo conferimenti si sono messe in proprio negli ultimi anni e si sono iscritte al consorzio. Dall’altra però c’è una presa di coscienza che per quanto riguarda attività promozionali o il coinvolgimento in bandi e in progetti più grandi, l’unione fa quanto mai la forza".

Che investimenti state portando avanti? Coglierete anche l’occasione del Pnrr?

"Sul Pnrr abbiamo presentato un progetto, che è ancora ai primi passi, assieme al consorzio del Franciacorta. La ricerca riguarda il Verdicchio dei Castelli di Jesi ma avrà ricadute importanti su altre denominazioni. Riguarda la sostenibilità diffusa ed è un progetto di analisi di biodiversità e di zonazione".

Che cosa comporterà l’aumento del prezzo medio del vino?

"Sicuramente c’è stata una riduzione dei margini nel 2022 per l’aumento dei costi delle materie prime. Questo non ci aiuta a fare grandissimi investimenti. In ogni caso abbiamo saputo superare questi difficili momenti grazie a un’azione di promozione e a un’elevata qualità che il nostro vino sta acquisendo nella percezione del consumatore. Adesso c’è stato un riallineamento dei prezzi. E questo sarà l’anno della verità"

Fra le novità più importanti c’è la modifica della Docg Castelli di Jesi Verdicchio.

"Castelli di Jesi Verdicchio Docg diventerà Castelli di Jesi. Diventerà facoltativo riportare il vitigno dopo le tipologie Castelli di Jesi Docg, Castelli di Jesi Docg Superiore, Castelli di Jesi Docg Classico Superiore, Castelli di Jesi Docg Riserva, Castelli di Jesi Docg Classico Riserva. C’è un approccio diverso, viene riscritta la piramide qualitativa. Abbiamo reso tutto più chiaro portando le tipologie più importanti nella Docg esistente. Questo garantirà maggior chiarezza a vari livelli. Un’altra modifica riguarda il Conero. Nella Docg Conero Riserva entreranno il rosato, uno dei pochissimi Docg, e un metodo classico rosé a base di Montepulciano".

Che opportunità offre al territorio l’enoturismo?

"L’enoturismo per noi deve diventare un asset importante: abbiamo bisogno di turismo di prossmità e lento. La Regione ha fatto una legge, fra le prime in Italia, e c’è una forte volontà di portare avanti questo tema. Partecipiamo a un progetto di pianificazione assieme al distretto di prodotti certificati di qualità ’Food Brand Marche’ e collaboriamo con la professoressa Magda Antonioli dell’Università Bocconi, grande studiosa del tema. Il progetto deve partire dal basso con la formazione dei produttori. La legge dà infatti la possibilità di diventare operatori turistici, sviluppare pacchetti da vendere, ma dobbiamo imparare a farlo. È importante far conoscere le Marche".

Cosa manca alle Marche per un ulteriore salto di qualità?

"Manca un po’ la percezione del valore che va trasmessa anche all’esterno. L’incremento del valore medio della produzione passa anche attraverso una maggiore consapevolezza della regione e del prodotto che offre".