Lunedì 29 Aprile 2024

Vinitaly, ’dealcolato’ in crescita. I produttori raccolgono la sfida

È uno dei temi di questa edizione della kermesse veronese. Per l’Uiv sono interessati soprattutto i giovani

Vinitaly, ’dealcolato’ in crescita. I produttori raccolgono la sfida

Vinitaly, ’dealcolato’ in crescita. I produttori raccolgono la sfida

dall’inviato

Cresce la richiesta di vini senza alcol. E i produttori rispondono. Sembra quasi un paradosso, ma in realtà è un’opportunità di mercato: al Vinitaly, che si conclude oggi a Verona, uno dei temi più dibattuti fin dal primo giorno è quello dei vini e in generale dei prodotti senza alcol (c’è pure lo spritz). Si tratta di un settore che negli Usa vale già un miliardo di dollari, stima l’Unione italiana vini (Uiv), mentre in Italia il 36% dei consumatori sarebbe interessato a consumare bevande dealcolate. L’attenzione verso i vini dealcolati (21%) è più alta nelle fasce più giovani (28% da 18 a 34 anni). "Questi prodotti - ha detto l’analista Swg, Riccardo Grassi, sulla base di una indagine di Swg e dell’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly – interessano prima di tutto un potenziale di un milione di non bevitori di alcolici, oltre a una platea di consumatori di vino o altre bevande (14 milioni) che li ritiene una alternativa di consumo in situazioni specifiche, come mettersi alla guida". Intanto sul fronte europeo, rende noto Federvini, anche la Germania vede crescere il gradimento dei vini no alcohol con un +6% a volumi e +17% a valori rispetto al 2022. Il mercato tedesco apprezza in particolare lo spumante.

Produrre il vino senza alcol è però una sfida, anche perché è un elemento che non è facile togliere senza cambiare il prodotto, la sua struttura e le sue caratteristiche. Una sfida però già raccolta da tempo da vari produttori e con successo. Un esempio sono le Cantine Sgarzi Luigi, di Castel San Pietro, nel Bolognese, che da tempo sfidano le convenzioni, producendo per esempio vino (normale, con l’alcol) anche in lattina. E ora punta sui prodotti senza alcol, non solo vini ma anche un’intera linea prodotti a base di vino senza alcol, dallo spumante, al rosso, allo spritz: "Sono perfetti per una nuova tipologia di pubblico, che cerca il calice del brindisi, ma senz’alcol per vari motivi – spiega –. Siamo contenti sia perché riscuote successo nazionale, ma soprattutto internazionale". Fra i pionieri del settore c’è sicuramente Martin Foradori Hofstätter, titolare della tenuta Hofstätter che produce grandi vini a Termeno, in Alto Adige: "Il Vinitaly è sempre una manifestazione importante, l’unica cosa è cambiata quest’anno – dice – è che c’è un po’ di polverone sui dealcolati. Quattro anni fa eravamo dei solitari e ora pare che questo tema susciti molto interesse a livello generale. C’è richiesta e questo testimonia che stanno cambiando i consumi, l’approccio al vino soprattutto da parte dei giovani". Ma la qualità va mantenuta anche su questo tipo di prodotti: "Produco un dealcolato a base di Riesling nella mia azienda tedesca – spiega –, un’uva con caratteristiche molto adatte". I terreni sono lungo la Mosella, zona vocata per eccellenza.

Presente in questo campo nche Terre Cevico, cooperativa romagnola, che ha portato un vino ad alcol ridotto e uno senza alcol: "È una fetta di mercato importante – spiega il presidente Franco Donati – e ci siamo anche noi". In Italia la produzione di vino dealcolato incontra però numerose complessità normative e limita le possibilità commerciali degli operatori nazionali, alcuni dei quali ricorrono a partner esteri per produrre vini dealcolati, a tutto vantaggio di aziende straniere. Il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha aperto a questo tipo di produzione, pur con qualche paletto, personale: "Da cinquemila anni è frutto della natura e del lavoro dell’uomo con un percorso che pone l’alcol, in quantità che va dal 4 al 20 per cento, come stabilizzatore – dice –. Dopodiché non è necessario chiamare vino una cosa che è fatta diversamente. Ma questo è un parere personale. Da un punto di vista politico – ha annunciato – ci confronteremo con la scienza e col mondo produttivo e troveremo la migliore soluzione per non perdere quello che abbiamo in nome di quello non abbiamo".