Mercoledì 24 Aprile 2024

Fra le colline di Tolentino Il Pollenza, storia di qualità

La cantina produce ottimi vini a fianco dell’omonimo ’Il Pollenza Marche Igt’, etichetta identitaria, in terreni a metà fra mare Adriatico e monti Sibillini.

Fra le colline di Tolentino     Il Pollenza, storia di qualità

Fra le colline di Tolentino Il Pollenza, storia di qualità

La cantina ’Il Pollenza’ nasce dall’idea e dalla passione del conte Aldo Brachetti Peretti sul finire degli anni ’70, quando acquista dei terreni in provincia di Macerata per avere una proprietà in cui tornare nella terra dei suoi genitori. Terreni sui quali vennero fatti progressivi investimenti. Un lavoro guidato dal motto ’per angusta ad augusta’: attraverso le difficoltà i migliori risultati. La grande tenuta nel Maceratese, circondata dai morbidi pendii marchigiani, conta oggi 280 ettari, 60 dei quali sono vitati, posti a un’altitudine tra i 110 e i 190 metri, a metà strada fra mare Adriatico e monti Sibillini. Condizioni perfette per una viticoltura di qualità.

I vitigni sono Cabernet-Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Pinot Nero, Petit Verdot, Shiraz, Sauvignon Blanc e i locali Ribona, Montepulciano e Sangiovese. Due importanti consulenti si sono succeduti nella cantina: dal 1997 al 2007 Giacomo Tachis, quindi Carlo Ferrini. La scorsa estate gli enologi interni Mauro Giacomini e Carlo Del Bianco hanno preso il posto di Giovanni Campodonico e proseguono così la collaborazione con Ferrini.

Fra le etichette identitarie della tenuta c’è senz’altro Il Pollenza Marche Igt, primo vino prodotto a partire dal 2000: è un rosso che nasce dal blend di Cabernet-sauvignon al 90%, Cabernet franc al 7% e Petit Verdot al 3%. Viene vinificato in vasche di cemento a temperatura controllata e la macerazione sulle bucce dura circa 20 giorni. Matura quindi 15 mesi in barrique e tonneaux nuovi e affina altri due anni in bottiglia prima di arrivare sul mercato. Al naso ricorda frutta rossa, con una lieve speziatura e accenni balsamici.

Un’altra etichetta importante è l’Angera Colli Maceratesi Doc, bianco di uva Ribona: dopo una macerazione sulle bucce e fermentazione spontanea nel cemento, viene affinato per sei mesi sulle fecce. Al naso è un bianco complesso con note agrumate e di mela verde e note di salvia.

Fra le novità del 2023, una importante riguarda il metodo classico (100% Pinot nero, prodotto dal 2009). L’annata 2012 fu ottima e la qualità riscontrata nel momento della sboccatura ha convinto gli enologi a trattenerne circa mille bottiglie che sono state lasciate per 120 mesi sui lieviti, dieci anni. Saranno pronte in estate.

Un’altra novità di rilievo riguarda il Brianello, Sauvignon blanc in purezza (in passato era un blend tagliato con la Ribona): per l’annata 2022 la maturazione avviene per sei mesi in vasche di cemento su fecce fini con periodici batonnage. Oggi il 20 per cento della massa affina in tonneaux di acacia per sei mesi.