Venerdì 26 Aprile 2024

Open Fiber è sempre più ’green’. Sostenibilità come leva di crescita

Pubblicato il terzo report in cui l’azienda punta anche su sociale e risparmio energetico. La diffusione della fibra ottica è una spinta per accelerare la transizione digitale ed ecologica

Operai al lavoro per installare la fibra

Operai al lavoro per installare la fibra

«L’infrastruttura che stiamo realizzando in tutta Italia è un driver di sviluppo per le comunità, le Pubbliche Amministrazioni e le attività produttive, dal turismo all’industria 4.0 fino al monitoraggio dei territori e all’agricoltura smart. Inoltre, in un momento di particolare attenzione ai temi energetici, non bisogna dimenticare che la fibra ottica è una tecnologia di per sé green che consente di risparmiare oltre l’80% di energia rispetto all’utilizzo delle reti in rame».

Così Mario Rossetti, amministratore delegato di Open Fiber, ha commentato la pubblicazione del terzo Report di Sostenibilità di Open Fiber, il documento che descrive l’approccio al business dell’azienda e il contributo all’innovazione tecnologica e alla creazione di valore condiviso, tramite la realizzazione dell’infrastruttura e la relazione con gli stakeholder.

«La sostenibilità è al centro della strategia aziendale di Open Fiber, non solo da un punto di vista ambientale ed economico, ma anche sociale – prosegue Rossetti – in particolare nei borghi e nelle aree più isolate, dove i cittadini devono poter essere in grado di usufruire dei servizi digitali più avanzati, esattamente come gli abitanti delle grandi città».

Open Fiber, che sta realizzando in Italia un’infrastruttura ultrabroadband in città, borghi e aree industriali, ha puntato fin dalla sua fondazione sulla fibra ottica, unica tecnologia a oggi in grado di garantire la connettività Gigabit con cui sia l’Italia (col piano Italia 1 Giga al 2026) che l’Unione Europea (Digital Compass al 2030) intendono raggiungere tutti gli abitanti. Rispetto alle tradizionali rete in rame, che dopo oltre 20 anni di onorato servizio sembrano avviate al pensionamento (vedi box), le reti in fibra ottica FTTH – Fiber To The Home, la fibra che arriva direttamente all’interno delle abitazioni – come quella di Open Fiber rappresentano un salto di qualità sia in termini di sostenibilità ambientale che energetica.

Dal punto di vista ambientale, Open Fiber ha raggiunto nel 2022 un traguardo green: il 100% dell’energia elettrica acquistata proveniva da fonti rinnovabili, evitando l’emissione di oltre 15 mila tonnellate di CO2.

L’azienda adotta modalità di posa della fibra ottica a basso impatto sul territorio, privilegiando laddove possibile il riutilizzo di infrastrutture esistenti oppure realizzando scavi con tecniche poco invasive. In particolare, nelle aree rurali, il riutilizzo delle infrastrutture esistenti arriva fino all’80%. Proprio in queste zone, le meno popolose del Paese, la rete costruita da OF acquisisce un valore di sostenibilità sociale, perché consente anche ai loro abitanti di connettersi e accedere ai servizi digitali colmando il divario con le città, riqualificando i borghi e consentendo lo sviluppo di attività produttive e turismo.

L’impegno di OF nel campo della sostenibilità e nell’implementazione di politiche sui temi ESG (ambientali, sociali e di governance) è stato riconosciuto con l’ottenimento della Certificazione ESG da parte di un ente terzo indipendente. La sostenibilità passa ance attraverso la centralità delle persone, che si riflette in numerose iniziative di Welfare e Diversity, Equity & Inclusion, di lavoro a distanza, di prevenzione dei rischi e salvaguardia della sicurezza sul luogo di lavoro. Inoltre, nel corso del 2022 le persone che lavorano in Open Fiber hanno raggiunto quota 1.571, con oltre 400 assunzioni di cui il 35% donne.

Intanto l’Unione Europea riflette sullo stop alla rete in rame

L’utilizzo della fibra FTTH consentirebbe a tutti di usufruire di servizi digitali più performanti

Passi in avanti per l’Italia sul fronte della fibra ottica FTTH. Lo certifica FTTH Council, l’associazione europea che punta a promuovere lo sviluppo della fibra nel Continente. Il nostro Paese è infatti al terzo posto dell’Ue (27) – dopo Francia e Spagna – per numero di famiglie raggiunte dalla rete FTTH (14 milioni a fine 2022), e con il piano Italia 1 Giga finanziato dal PNRR si prevede ulteriore posa di fibra entro il 2026. Se il dato di copertura è lusinghiero, restiamo tuttavia indietro nell’utilizzo dell’infrastruttura: solo circa 3.5 milioni di linee attive in Italia sono in FTTH.

In vista degli obiettivi di connettività Gigabit in tutta Europa entro il 2030 (piano EU Digital Compass), l’UE sta ragionando su un piano di spegnimento (switch-off) della rete in rame, che porterebbe alla migrazione generale degli utenti su reti interamente in fibra ottica con notevoli vantaggi sia per gli utilizzatori che per gli operatori.

L’utilizzo di reti in fibra FTTH consentirebbe a tutti di poter usufruire dei servizi digitali più avanzati, annullando situazioni di disparità sia all’interno dello stesso Paese (come, ad esempio, tra grandi città e aree rurali) che tra i diversi Stati dell’Unione. Diversi studi di settore sostengono che lo spegnimento della rete in rame avrebbe ricadute positive anche sulla transizione ecologica, con un rilevante risparmio energetico (pari a oltre l’80% dei consumi della rete fissa) e un miglioramento dell’efficienza produttiva (con una importante riduzione dei costi associati all’esercizio dell’infrastruttura).

La recente bozza di Raccomandazione sulla Gigabit Connectivity (GCR) dell’Unione Europea si sta muovendo in tal senso. Eppur si muove.