Lunedì 6 Maggio 2024

Donne, una lotta che dura da secoli. Ancora troppe discriminazioni

In Emilia-Romagna il 45,1% l’Università è sempre più ’rosa’. Piaga maltrattamenti in Toscana e Lombardia

Donne, una lotta che dura da secoli. Ancora troppe discriminazioni

Donne, una lotta che dura da secoli. Ancora troppe discriminazioni

Parità di genere. Su questo verte il quinto obiettivo dell’Onu, da raggiungere sempre entro il 2030, ottenendo così l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze. Un percorso lungo, che vede le donne lottare in prima fila per l’intera comunità femminile, con la volontà di porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, delle bambine e delle ragazze in ogni parte del pianeta. Un piano che vede anche le istituzioni in campo, come nel caso dell’Emilia-Romagna, che prevede la rimozione di qualsiasi forma di discriminazione, promuovendo, invece, l’uguaglianza tra uomini e donne e l’integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche. Elementi chiave per la Regione, che ha pubblicato il Bilancio di genere del 2021 con ottimi risultati.

Partiamo dall’istruzione, tematica già affrontata nel quarto goal dell’Agenda 2030, ma estremamente connessa con le pari opportunità. Secondo i dati Istat - Bes 2021, il tasso di iscrizione all’Università in Emilia-Romagna, con riferimento all’annata 2019-2020, conta il 43,9% composto da donne, mentre gli uomini si attestano attorno al 31,2%. Ad agosto 2021, poi, gli iscritti negli atenei regionali vedono questa divisione: 56% donne e 44% uomini.

Un altro sotto goal dell’Agenda 2030 recita: "Garantire alle donne la piena ed effettiva partecipazione e pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica" e "Avviare riforme per dare alle donne pari diritti di accesso alle risorse economiche, come l’accesso alla proprietà e al controllo della terra e altre forme di proprietà, servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in accordo con le leggi nazionali".

I dati relativi al 2022 registrano, in Lombardia, 5.588 donne in carico ai 54 Centri Antiviolenza presenti nelle 27 reti territoriali regionali. Nel complesso le donne in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore (43,94) e di laurea (18,61%) costituiscono più della metà dei casi e il dato nel tempo, il livello di scolarizzazione tende a crescere.

Nel 2022, invece, in Toscana si sono registrati ancora 5 femminicidi, che hanno fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 16 anni a 132. Si sono superati i 2.100 accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti, e oltre tremila donne si sono rivolte nel corso dell’anno a un centro antiviolenza.

Mostrano un’Umbria “tendenzialmente in contro tendenza” rispetto ai dati nazionali, con episodi di violenze, percosse, atti persecutori e maltrattamenti nel 2023 lievemente in diminuzione rispetto agli ultimi anni, i dati forniti dalle prefetture di Terni e Perugia alla Commissione d’inchiesta dell’Assemblea legislativa sul femminicidio e la violenza di genere.

Aumenta, invece, in entrambe le province umbre, il fenomeno del “revenge porn”.

Secondo i dati raccolti attraverso le prefetture, in provincia di Perugia, da gennaio a settembre 2023, sono stati denunciati 149 atti persecutori , 92 dei quali (il 62%) con le donne vittime (143 gli episodi denunciati nel 2022 con 109 vittime donne).

I maltrattamenti contro familiari e conviventi sono attualmente 185, fino al settembre scorso, di cui 135 a danno di donne (nel 2022 sono stati 165 nel periodo gennaio-settembre ma 211 complessivi in tutto l’anno).

Emilia-Romagna e Marche sono infine in prima linea per contrastare la violenza di genere con sostegni psicologici, legali e di assistenza. In Emilia-Romagna si contano ben 19 centri anti violenza, dove le donne possono cercare riparo e ausilio. Di notevole impatto la campagna di comunicazione antiviolenza che ha tappezzato le strade dell’intero territorio, con frasi simbolo dei rapporti tossici, come ‘Se mi lasci ti rovino’.

Mariateresa Mastromarino