Giovedì 7 Novembre 2024

Alluvioni sempre più frequenti. Il cuore dell’Italia a forte rischio

Marche, Emilia-Romagna e Toscana tra le regioni maggiormente colpite dagli eventi estremi degli ultimi anni

Alluvioni sempre più frequenti. Il cuore dell’Italia a forte rischio

Alluvioni sempre più frequenti. Il cuore dell’Italia a forte rischio

In questi giorni si è celebrata la Giornata Mondiale della Terra, ricorrenza che ci ricorda quanto fondamentale e importante sia tutelare e proteggere il nostro pianeta, devastato, ormai, dal cambiamento climatico e dal degrado ambientale. L’intero mondo, da anni, si è mobilitato per chiedere un cambiamento significativo alle istituzioni e a chi ci gioverna, richiedendo politiche ambientali nuove, attuali e consone al complesso scenario che abbiamo davanti agli occhi. Ne sono un esempio le mobilitazioni, in particolare giovanli, del Friday for Future, movimento per salvare la terra. Servono misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti. Che si vedono, sentono e percepiscono in Italia, visto che il 2019 è stato il terzo anno più caldo dal 1961. Oltre all’aumento costante delle temperature, di anno in anno sempre più allarmanti, assistiamo a episodi estremi, come alluvioni, dissesti e incendi, e l’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai alpini. Il 2023 è stato per la Toscana il secondo anno più caldo mai registrato, con un aumento medio di 1,5 gradi centigradi.

È stato un anno da record negativo, quindi, che ha portato anche all’emergenza alluvione lo scorso novembre, dopo un periodo di secca: la gran parte delle piogge è infatti caduta tra maggio e giugno e poi tra fine ottobre e inizio novembre. Il dramma dell’alluvione ha colpito anche la vicina Emilia-Romagna qualche mese prima: il tragico dissesto idrogeologico dello scorso maggio che ha colpito i territori emiliano-romagnoli ha messo a dura prova la Regione. Ma gli effetti del climate change sono tanti e vari. Per questo la Regione concentra le sue forze in una rete di monitoraggio agro-meteo di Arpae, che consente sia di rilevare e seguire l’andamento climatico sul medio e lungo periodo sia di fornire previsioni e avvisi per gestire e programmare al meglio le colture e le pratiche agricole in funzione delle condizioni meteorologiche. Ma riavvolgiamo il nastro, perché a settembre del 2022 anche le Marche sono state colpite da una forte alluvione.

Uno scenario che si ripete e porta con sé danni ambientali, economici e sociali. E nelle Marche è stato l’ennesimo disastro causato dalla crisi del clima, facendo cadere in due ore la stessa pioggia che normalmente cade in sei mesi. Anche in questo caso, cresce la temperatura stagionale, e il pianeta si surriscalda sempre di più. Il dissesto marchigiano ha colpito, seppur in maniera parziale, il territorio umbro.

E l’Umbria non è rimasta con le mani in mano: è la prima regione in Europa a inserire la crisi climatica nel proprio Statuto, alla luce della piena presa coscienza del grave rischio contemporaneo e le conseguenze dei cambiamenti climatici per l’integrità e la sopravvivenza delle specie viventi. Conseguenze estreme soprattutto da un punto di vista idrico, che fanno paura al settore economico cruciale per l’Umbra, ossia l’agricoltura.

Nel 2022, Perugia è il capoluogo di regione in Italia dove si registra l’aumento più alto, con +2,1 gradi centigradi. Dal 2010 al 2023, in Lombardia, si è registrato oltre il 10% delle calamità meteo nazionali. Pensate che nei primi sei mesi del 2023 i casi sono stati 13. Parliamo di eventi meteorologici estremi, come grandine, vento, pioggia, e poi crolli, abbattimenti, allagamenti. L’anomalia della temperatura media è stata di quasi due gradi centigradi rispetto alla media del periodo 1991-2020.

Marco Principini