Lunedì 6 Maggio 2024

Aumentano le famiglie in difficoltà: "L’inflazione torna a preoccupare"

Russo: "Italia a maggior rischio in Europa". Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana tra le regioni più ricche

Aumentano le famiglie in difficoltà: "L’inflazione torna a preoccupare"

Aumentano le famiglie in difficoltà: "L’inflazione torna a preoccupare"

La povertà assoluta è in crescita: la conferma arriva dall’Istat. Il Rapporto Bes 2023, con cui si misura il benessere economico e sostenibile, è stato appena pubblicato: rileva che il rischio in Italia è superiore rispetto al resto d’Europa, che riguarda un numero sempre maggiore di famiglie e che è in costante crescita dal 2014 a oggi. "Due dati – afferma il portavoce di Alleanza contro la Povertà, Antonio Russo – mi sembrano allarmanti: il rischio povertà in Italia è significativamente superiore rispetto alla medie europea: 20,1% in Italia, contro il 16,5% dell’Ue27. Inoltre c’è il dato dell’incidenza individuale della povertà assoluta, che dal 2019 al 2023 (serie storica ricostruita secondo la nuova metodologia di stima) presenta una crescita. Nel ‘19 era scesa al 7,6%, in concomitanza con l’introduzione del Reddito di cittadinanza, ma poi l’incidenza è ripresa a crescere, arrivando al 9,1% nel 2020 e rimanendo stabile nel 2021. Nel 2022, l’incidenza torna ad aumentare al 9,7%, in larga misura a causa della forte accelerazione dell’inflazione, che ha colpito in particolar modo le famiglie meno abbienti e rimane sostanzialmente stabile con 9,8% nel 2023".

Dati che confermano "l’aumento cronico della povertà assoluta – continua Russo – già evidenziato, le scorse settimane, sempre da Istat, nelle ‘Stime preliminari povertà assoluta e spese per consumi 2023’". In Italia le famiglie in povertà assoluta erano, nel 2023, circa 2 milioni e 234 mila: l’8,5% del totale. Un lieve aumento rispetto al 8,3% del 2022, ma un cronico aumento, rispetto a 10 anni fa: nel 2014, le famiglie in povertà assoluta erano infatti il 6,2%.

Russo fa poi riferimento a un altro dato, diffuso in questi giorni da Istat, con la pubblicazione dei Prezzi al consumo relativi a marzo 2024. "Dopo una breve pausa positiva, dovuta alla riduzione del costo dell’energia, l’inflazione è tornata a salire all’1,2%. Si calcola che questo possa avere un impatto di +393 euro annui su ogni famiglia, in un contesto di già grave sofferenza, dovuta a due anni di caro-prezzi, con impatto sul potere di acquisto delle famiglie, specie su quelle a basso reddito. Rinunce che riguardano anche l’ambito sanitario: nel ‘23 il 4,2% degli italiani hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici: l’1,3% in più rispetto al 2022", spiega Russo.

L’Emilia-Romagna, secondo i dati del 2022, è tra le regioni italiane con i più bassi livelli di incidenza di povertà relativa, dopo il Trentino-Alto Adige (3,8%) e sostanzialmente alla pari con il Lazio (5,5%). Nelle Marche le persone in condizioni di indigenza sono l’11%, un punto sopra la media nazionale, mentre secondo dati raccolti nei mesi scorsi nei centri Caritas della regione, aumenta anche il numero dei senza fissa dimora: +13,6% dal 2019 al 2021.

Analizzando invece il livello di benessere relativo, quello della Lombardia è invece più alto sia rispetto all’Italia sia rispetto al complesso dei territori del

Nord-ovest. Il 54,1 per cento degli indicatori colloca le province lombarde nei due livelli più virtuosi (a fronte del 50,1 per cento del Nord-ovest e del 42,7 per cento dell’Italia). Nell’ultimo anno di riferimento dei dati, il 52,1 per cento degli indicatori colloca anche le province toscane nei due gruppi più virtuosi. Il 51,6 per cento degli indicatori delle province umbre si collocano infine nelle due classi più elevate.

Marco Principini