Mercoledì 24 Aprile 2024

Un pioniere e un modello dell’innovazione moderna

Il museo Piaggio di Pontedera chiamerà a raccolta studiosi ed esperti per cercare connessioni tra Rinascimento e Rivoluzione Industriale

All’opera nell’Artificial Hands Area presso l’Istituto di Biorobotica, - Sant'Anna - Pisa

All’opera nell’Artificial Hands Area presso l’Istituto di Biorobotica, - Sant'Anna - Pisa

Perché Leonardo non poté realizzare ogni suo progetto? “Perché la prima Rivoluzione Industriale arrivò molto tempo dopo di lui. Ma Leonardo è un pioniere, un modello per ogni Rivoluzione Industriale della nostra civiltà, compresa quella che stiamo preparando, la 5.0”. A parlare è Paolo Dario, docente dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, pioniere anche lui, ma dell’integrazione fra l’automazione robotica e l’ingegneria con la biologia e la medicina. Dario, assieme a Riccardo Costagliola, presidente della Fondazione Piaggio, e a Roberta Barsanti, direttrice del Museo Leonardiano di Vinci, ha ideato il convegno e la mostra “Dalle macchine di Leonardo all’Industria 4.0” che, il 28 e il 29 novembre, porterà a Pontedera importanti relatori per interrogarsi sulle evoluzioni del tessuto manifatturiero, urbano e sociale dell’Italia e in particolare della Toscana, dai tempi del Genio a quelli di oggi. Se e in che modo Leonardo abbia fatto parte del percorso che ha condotto dal Rinascimento alla quarta Rivoluzione Industriale, e quali siano stati i fattori sociali, economici e civili che, dopo l’Umanesimo e il fermento creativo e artistico che portò il Rinascimento, condussero nei secoli a una generale diffusione di ricchezza e benessere grazie a processi di innovazione pervasivi? In mostra saranno esposti documenti, ricostruzioni e simulazioni di macchine di Leonardo ed alcuni capolavori della creatività meccanica Italiana. Al convegno e alla mostra nel Museo Piaggio di Pontedera saranno illustrati alcuni aspetti della società del tempo e della figura di Leonardo legati alla sua capacità innovativa e di invenzione tecnica, fondata sulle conoscenze della tecnologia dell’antichità e del lavoro dei suoi predecessori e sugli scambi con i contemporanei. Tanti sono i disegni, nei taccuini di Leonardo di età sforzesca, di macchine automatizzate grazie all’impiego dell’energia idraulica e di sistemi meccanici per l’accumulo e il rilascio di energia da applicare all’industria. Innovazione e automazione furono i pilastri dello sviluppo economico e delle conseguenti profonde modificazioni socio-politico- culturali alla base della prima Rivoluzione Industriale. Perciò Pontedera, che dispone di una infrastruttura industriale e di ricerca innovativa che trova un’espressione importante nella Piaggio e nei laboratori di ricerca di eccellenza in robotica della Scuola Superiore Sant’Anna, si candida, con questa iniziativa, a offrire un contributo specifico sul mondo dell’innovazione e della tecnologia in un’area territoriale da sempre protagonista del tema. “Leonardo nacque a Vinci, a due passi da Pontedera. A noi interessa molto e affascina proprio l’infanzia di Leonardo e gli aspetti legati alla sua formazione e all’espressione del suo talento. Perché fra i temi di rilievo dell’Industria 4.0 c’è proprio quello del talento – spiega Paolo Dario -. Così come alcune delle intuizioni di Leonardo furono collegate al fiorire dell’artigianato e dell’industria dell’epoca in cui visse, così Piaggio e Istituto di BioRobotica rappresentano tecnologia, innovazione e manifatturiero che sono le nostre specificità”. “La nascita del Genio, il suo rapporto con il territorio che in qualche modo riuscì a valorizzarlo, questo è un tema che ci interessa. La vera sfida di oggi non è solo quella di coltivare talenti, ma di trovare il modo di valorizzarli per evitare che vadano via. Leonardo si formò nella Firenze dei Medici, fu valorizzato dal Moro a Milano e successivamente visse e lavorò in Francia. L’Industria italiana di oggi può e deve valorizzare le persone che formiamo, molte delle quali sono dei veri e propri talenti, non a caso riconosciuti e valorizzati come tali all’estero. Dobbiamo evitare che i nostri ragazzi diventino dei brillanti inventori, ma sfortunati come Antonio Meucci e il suo telefono. Leonardo – conclude Dario – è a tutti gli effetti un modello a cui ispirarsi, come lo fu la Firenze dell’epoca dei Medici che allevava talenti e sapeva valorizzarli per realizzare capolavori d’arte, ma anche ricchezza”.