Roma, 6 giugno 2024 – E' Simone Borgese l'uomo arrestato dalla polizia con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una studentessa a Roma, che con una scusa ha fatto salire in auto per poi abusare di lei. Per lui il gip ha disposto gli arresti domiciliari anche se la Procura aveva chiesto la detenzione in carcere.
L'uomo era già stato fermato nel 2015 per violenza e rapina a una tassista e per questi reati aveva scontato 7 anni di carcere a Rieti. Era tornato in libertà il 10 novembre 2021.
Tutte e due gli abusi a distanza di nove anni si sono consumati l'8 maggio. C'è anche la scelta della data nell'agghiacciante serialità di Borgese. L'abuso della tassista infatti avvenne l'8 maggio del 2015: fermò il taxi in strada, simulò una corsa per Fiumicino ma poi le fece cambiare itinerario più volte per finire in una zona isolata di Ponte Galeria dopo picchiò e violentò la donna. Anche lo stupro della studentessa un mese fa si è consumato l'8 maggio.
- Condannato anche per lo stupro di una 17enne in ascensore
- Cos’è successo con la studentessa alla fermata
- La violenza
- L’arresto
- La vittima: “Un incubo, ero in trappola”
Condannato anche per lo stupro di una 17enne in ascensore
Ma c’è una terza violenza a carico di Borgese: Borgese fu condannato nel 2022 a 2 anni e 10 mesi anche per avere abusato a Roma di una 17enne dentro un'ascensore. La violenza della 17enne risale al 2014 e la ragazzina riconobbe Borgese dalla foto diffuse dopo lo stupro della tassista avvenuto nel 2015. La giovane infatti in un primo momento aveva denunciato la violenza subita senza riuscire a fornire agli inquirenti l'identità del molestatore ma poi riconobbe Borgese dalle foto pubblicate sui giornali dopo lo stupro della tassista avvenuto nel maggio del 2015.
Cosa è successo con la studentessa alla fermata
L’ultima violenza è accaduta nel primo pomeriggio in zona San Giovanni. La ragazza, una giovane studentessa, stava aspettando i mezzi pubblici alla fermata in via della Magliana. Pochi minuti dopo il suo arrivo, si è accostata un'auto con un uomo a bordo. Il 39enne le ha chiesto delle indicazioni stradali per poter raggiungere l'entrata al Grande raccordo anulare, in direzione dell’Eur.
La ragazza, grazie all'utilizzo di una App di mappe stradali, aveva fornito delle prime informazioni su come raggiungere lo svincolo del Gra. Ma l’uomo, approfittando del traffico e dei veicoli in attesa dietro la sua auto, le ha mostrato il cellulare completamente scarico e le chiede di salire in auto per mostrargli la strada sulla sua App.
La violenza
La giovane, presa di sorpresa e vedendolo in serie difficoltà, si è convinta a salire a bordo del veicolo. Il 39enne mette in moto l’auto e, una volta ripartito, le chiede di potere effettuare una chiamata con il telefono della ragazza, visto che il suo era fuori uso. Ma, dopo avere fatto due telefonate senza risposta, lo ha poi sequestrato per impedirle di chiedere aiuto. A quel punto, ha iniziato a molestarla.
La studentessa era terrorizzata, poiché l'uomo aveva proseguito la marcia raggiungendo una zona isolata, a lei sconosciuta. Dopo aver fermato l’auto, il 39enne l’ha violentata. Poi, come se niente fosse successo, le ha restituito lo smartphone accompagnandola nei pressi di Villa Bonelli, dove l’ha fatta scendere dalla vettura.
L’arresto
Gli investigatori, sulla scorta delle informazioni e delle descrizioni fornite dalla vittima, hanno svolto un'intensa attività di indagine, durante la quale hanno visionato anche le immagini del sistema di videosorveglianza cittadino presente sul tragitto percorso dall'uomo.
In sede di denuncia, poi, i poliziotti hanno mostrato alla ragazza un album fotografico con le immagini di alcuni uomini segnalati, somiglianti all’identikit fornito. E la giovane ha subito riconosciuto l’uomo che l’ha violentata. Gli agenti hanno così rintracciato e identificato il 39enne romano, per il quale l'autorità giudiziaria ha disposto la custodia cautelare in carcere.
La vittima: “Un incubo, ero in trappola”
"È stato un incubo, non sapevo come uscire da quella macchina. Mi sentivo ed ero in trappola", sono le parole della studentessa. “Ringrazio la polizia per aver trovato il responsabile - aggiunge la 26enne - Faccio appello a tutte le ragazze che hanno subito abusi: non abbiate paura, denunciate”.