Mercoledì 24 Aprile 2024

Quirinale, Salvini blocca Berlusconi e Draghi. Per Silvio via libera del Ppe

Per l'elezione del presidente della Repubblica grande attivismo del Capitano: "Lavoro a una soluzione rapida, condivisa e di centrodestra"

Matteo Salvini, 48 anni, ieri a Roma per una manifestazione elettorale

Matteo Salvini, 48 anni, ieri a Roma per una manifestazione elettorale

Salvini blocca Berlusconi e Draghi. Sposta la Lega sul fronte di chi vuole blindare il premier a Chigi: "Lui deve andare avanti con ciò che fa, non può abbandonare a lavori in corso". E poi dice di adoperarsi per "un candidato di centrodestra" senza mai fare il nome del Cavaliere. Usa una formula ambigua, che sembra aprire la porta a un candidato diverso dal leader azzurro: magari Letizia Moratti, profilo su cui secondo alcuni punterebbe davvero. Di sicuro, vuole dare le carte, tanto da fare un nuovo tentativo di convocare un tavolo con tutti i leader.

Quirinale, si rischiano cento assenti. Cresce il partito del rinvio per Covid

Ufficialmente, ad Arcore fanno spallucce: Silvio non ha ancora sciolto la riserva, che altro avrebbe dovuto dire il capo del Carroccio? È indubbio però che degli alleati si fidi il giusto. Non a caso, arriverà a Roma domani per accelerare l’operazione "Scoiattolo", ovvero la caccia ai grandi elettori che dovrebbero portarlo al Colle. Ieri ha incassato l’appoggio del segretario del Ppe, Antonio Lopez: "Una presidenza di Silvio Berlusconi con un capo di governo come Mario Draghi sarebbe imbattibile e promuoverebbe l’Italia ancora di più dalla già alta posizione di cui gode". Per qualsiasi persona non ci sarebbe nulla di strano, in fondo Forza Italia è il braccio italiano del Ppe. Trattandosi di Berlusconi, nome discusso a Bruxelles quasi quanto da noi, il segnale è positivo. Acqua al mulino di Silvio, che di altri candidati non vuole nemmeno sentire parlare. Fatto sta che se fosse azzoppato in corsa, o se la destra mettesse in campo una rosa di nomi studiata proprio per allettare la controparte (da Casini ad Amato passando per Frattini) diventerebbe complicato per il Pd, come per M5s, dire di no.

Le parole dette in questi giorni vanno però soppesate con il bilancino. Allo sparo di inizio mancano due settimane, sul calendario è un soffio, ma quando si tratta di eleggere il presidente della Repubblica i tempi cambiano. Anche perché questa partita s’intreccia con quella del governo e con le sorti della legislatura. L’opzione sulla quale aveva scommesso ufficialmente Draghi sembra molto incerta: stessa maggioranza, magari stessi ministri con un altro presidente del consiglio. In questo ultimo scorcio prima del momento della verità si sono affacciate tentazioni molto diverse: "Non resteremo al governo con qualunque premier", annuncia Salvini. Che, per il Pd, mira a lasciare l’esecutivo: "Se fosse convinto che Draghi rimane a Chigi – dicono i democratici – non farebbe tanto clamore su bollette e nucleare". Anche al Nazareno, però, si guarda con meno ostilità l’ipotesi di andare al voto, e pure la posizione di Draghi, che oggi terrà una conferenza stampa sul decreto Covid da cui qualcosa si capirà, è incerta.

Se non andasse al Colle, accetterebbe di governare con una maggioranza ristretta? E una maggioranza Ursula senza Draghi avrebbe qualche chance? È probabile che nessuna di queste domande troverà risposta prima del 24 gennaio, quando tutti dovranno chiarire cosa vogliono, non solo per quanto riguarda il successore di Mattarella. E non manca, nell’ala sinistra della maggioranza, chi è convinto che di fronte a un labirinto in cui rischia di perdersi non solo la presidenza della Repubblica ma l’intero paese, Mattarella ci ripenserebbe.