Quirinale, si rischiano cento assenti. Cresce il partito del rinvio per Covid

A oggi sono una cinquantina i grandi elettori fermi a causa del virus. Qualcuno parla di voto delegittimato

In vista delle votazioni per il Capo dello Stato, Montecitorio si rifà il look

In vista delle votazioni per il Capo dello Stato, Montecitorio si rifà il look

"Diciassette deputati positivi e diciotto in quarantena" recita il bollettino interno di quel sanatorio che, ormai, è diventato palazzo Montecitorio. Il totale fa 35 parlamentari che, se si votasse oggi, per eleggere il 13esimo presidente della Repubblica italiana, non potrebbero parteciparvi. Al Senato non v’è certezza, ma sarebbero dieci. Il totale fa 45 assenti, a oggi. Si spera guariscano in tempo per poter votare, ma un ‘lupo di mare’ di palazzo Montecitorio, il capogruppo di LeU, Federico Fornaro, che di solito è un tipo prudente stima che con il picco ancora in salita "saranno almeno 70/80 i contagiati che non voteranno". E c’è chi teme fino a cento, o anche più, non votanti.

Problema più politico, e che viene sollevato soprattutto in funzione anti-norme del governo, è quello della (del tutto teorica) "esclusione" dal voto di cinque deputati siciliani e sardi privi del "Super green pass": denunciano che non potranno venire a Roma perché impossibilitati a salire su traghetti o aerei, in base all’ultimo decreto del governo. Si tratterebbe degli ex M5s Pino Cabras, Andrea Vallascas, Michele Sodano e Simona Suriano e di Guido De Martini (Lega). I quali descrivono tutti, a vario titolo, le norme come "un fatto eversivo". Peccato che si tratti di parlamentari (tre sardi e due siciliani) che hanno ‘scelto’ di non vaccinarsi ma che, volendo, potranno votare facendo, all’ingresso dell’aula, relativi e regolari tamponi. Quindi per loro nessuna deroga "alla Djokovic".

Certo è che il ‘generale Omicron’ si sta abbattendo sulla politica italiana e sulle prossime elezioni presidenziali. E’ notizia di ieri che ci sono ben tre ministri contagiati, pur se in via di guarigione (Di Maio, guarito, D’Incà, e Colao, che però non è parlamentare). Una situazione preoccupante su cui l’Ufficio di Presidenza della Camera e il collegio dei Questori sta lavorando (nuova riunione in calendario martedì prossimo).

La domanda è se saranno sufficienti le misure allo studio: ingresso a Montecitorio solo con mascherina Ffp2, tampone o Green Pass; voto con lo scaglionamento dei parlamentari; aumento del numero dei ‘catafalchi’ cioè le cabine con cui si vota, togliendo le tendine in tessuto damascato. Il costituzionalista Sabino Cassese appoggia la proposta di Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato Pd, di far votare i senatori separatamente a Palazzo Madama per poi scrutinare tutte le schede alla Camera, ma a ora non se ne farà nulla, nel senso che il ‘voto a distanza’, e non in Aula, la Camera non vuole prenderlo in considerazione.

In ogni caso l’impatto politico di cento o più assenti sui due quorum sarebbe devastante. Paradossalmente, un candidato dai grandi numeri almeno sulla carta (esempio: Draghi), avrebbe vita più facile nei pronostici di un candidato che punta a conquistarsi voto su voto i consensi sul filo di lana (esempio: Berlusconi). Certo è che il vulnus democratico sarà evidente e c’è già chi a torto o a ragione ha parlato di voto comunque delegittimato visto il grande numero si assenti. E si inizia a parlare di un rinvio della prima votazione, fissata per il 24 gennaio Oslaldo Napoli di Coraggio Italia è netto: "Il rinvio è un’ipotesi meno lontana di quanto si creda. Se ne inizi a parlare concretamente". E non è il solo a pensarlo.