Giovedì 25 Aprile 2024

Referendum, Napolitano: "Sfida diventata aberrante"

Il presidente emerito in tv: "Per giudicare Renzi ci sono le elezioni politiche"

Giorgio Napolitano a Porta a Porta (Lapresse)

Giorgio Napolitano a Porta a Porta (Lapresse)

Roma, 21 novembre 2016 - Da un lato la battaglia sul referendum del 4 dicembre che si combatte a colpi bassi tra i sostenitori del Sì e quelli del No. Gli ultimi tra il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che ha definito serial killer gli avversari, subito contrattaccato dal premier Matteo Renzi. Dall'altra il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano che giudica la sfida tra le due fazioni "aberrante". E' sempre più infuocata la battaglia sulla riforma costituzionale che gli italiani saranno chiamati a votare, a favore o contro, tra poco meno di due settimane. 

L'ex capo dello Stato parla dallo studio di Porta a Porta, intervistato da Bruno Vespa, in una puntata che andrà in onda questa sera alle 23.30. Quella sul referendum, dice Napolitano, "è diventata una sfida largamente aberrante: non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali". Il Presidente emerito della Repubblica spiega il perché del suo Sì alla riforma: "Mi sono speso moltissimo su queste tematiche nel rispetto delle mie prerogative e nell'interesse generale del Paese. In coerenza con tutte le posizioni che ho preso, voterò Sì per l'approvazione della riforma". E a proposito della personalizzazione da parte di Renzi del referendum, dice: "Non votiamo al referendum per giudicare Renzi. Per quello c'è il voto politico".

Anche il Financial Times si è introdotto nel dibattito politico italiano, con un articolo, pubblicato oggi, in cui avanza l'ipotesi di un'Italia fuori dall'Euro in caso di vittoria del 'No'. Napolitano commenta l'uscita del giornale e aggiunge: "I rischi di crisi finanziaria ci sono sempre e, in questa fase, possono anche accrescersi per conseguenza di eventi internazionali che conosciamo. Non vorremmo vedere il famoso spread che cresce, dobbiamo stare molto attenti, comunque vada il referendum".