Venerdì 26 Aprile 2024

Pd verso le primarie, Zingaretti: c'è un modello alternativo all'odio

La convention 'Piazza Grande' del governatore del Lazio per lanciare la sua candidatura alle primarie. Gentiloni: "Questo governo manda in fumo la fatica degli italiani"

Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (ImagoE)

Nicola Zingaretti e Maurizio Martina (ImagoE)

Roma, 14 ottobre 2018 - C'è anche la figlia di Martin Luther King, Bernice, alla giornata finale di Piazza Grande, la manifestazione organizzata da Nicola Zingaretti per lanciare la sua candidatura alle primarie del Pd. Ma oggi è anche il giorno dell'ex premier Paolo Gentiloni che non vuole "rinnegare il passato" ma avverte l'urgenza di "cambiare strada". 

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L'EX PREMIER - Gentiloni punta il dito contro il governo M5s-Lega che "ha mandato in fumo, in pochi mesi, la fatica di anni degli italiani". "L'Italia è diventato un Paese più isolato, meno sicuro e con dei rischi significativi dal punto di vista finanziario, rischi che non correvamo da anni", spiega. "Ogni giorno questo governo offre un nuovo nemico: Bankitalia, l'Inps, l'Anac. Nella prossima scadenza elettorale avremo un parterre popolarissimo. E' una vecchia storia: tanti nemici, tanto onore", dice ancora Gentiloni alludendo, ma senza citarlo direttamente, a Matteo Salvini. "Ma questa non è l'Italia, lo è stata in un periodo buio che speriamo non torni", aggiunge. Poi lancia una frecciata contro chi vorrebbe un rinvio del congresso dem. "Dopo 7 mesi dalla sconfitta elettorale, è forse anche venuto il momento".

Quindi l'invito. "Non guardiamo indietro, non cerchiamo nell'album dei ricordi. Abbiamo capito tardi e male che la globalizzazione non è il paradiso e che l'illusione nutrita negli anni novanta di un mondo pacificato era una illusione che abbiamo capito tardi rispetto al quale dobbiamo cambiare strada", dice. E aggiunge: "Il Pd non può autoassolversi. La nuova strada non è una strada fatta di abiure, io ci tengo all'onore del Pd e al lavoro dei suoi governi. Abbiamo risanato l'economia e non dobbiamo né vergognarcene né rinnegarlo, abbiamo stroncato il traffico di esseri umani, e ringrazio in particolare il ministro Minniti". Gentiloni indica anche la strategia da seguire. "Il Pd si è fatto argine ma ora è il momento di una riscossa ed è il momento di una grande alleanza per l'alternativa che vada oltre il Pd, di cui il Pd sia motore ma che vada oltre, a partire dalla società civile".

IL GOVERNATORE DEL LAZIO - Anche Nicola Zingaretti dal palco accusa il governo che, a suo dire, "sta perdendo la sfida, la scommessa del cambiamento". "Quel contratto era l'insieme di un mix perverso di scommesse di per sè irrealizzabili. Parlano di povertà, ma scrivono un contratto nel quale l'unica riforma è la flat tax che rende più ricchi i ricchi e più poveri i poveri. E in un Paese in cui la povertà riguarda milioni di italiani quello è uno schiaffo", dice il presidente della Regione Lazio. E Zingaretti definisce "immondo" l'atto di Salvini contro Riace. "E' banale dire che l'obiettivo politico è diventato un modello per affrontare questo grande tema, lo smantellamento del modello Riace viene fatto per paura di dimostrare che c'è un modello alternativo all'odio, non è forza ma paura", aggiunge. Il governatore iniste poi con la necessità di "cambiare strada" perché - dice - "se noi riusciamo a ridurre le differenze tra chi ha e chi non ha, allora il populismo muore". "Dobbiamo avere l'ossessione della crecita economica secondo il principio dell'equità - prosegue - Dobbiamo riscrivere un'agenda di priorità".

"Abbiamo bisogno di capitale umano, di accesso al sapere, di innovazione, di semplificazione - continua Zingaretti -. L'era digitale cambia in meglio lo storico meccanismo di trasferimento del sapere, noi per rimettere in piedi questo Paese abbiamo bisogno di nuovi meccanici, con i nostri istituti professionali, di scienziati, professionisti e di un sistema aperto che permetta l'incontro tra chi crea, produce, studia e gioca un ruolo attivo nella pubblica amministrazione". "Dobbiamo cominciare a riparlare a un popolo che ci ha voltato le spalle e che ha fatto altre scelte: sono stato accusato di voler fare l'accordo con il M5s. Non è così: dobbiamo disarticolarli con l'iniziativa politica - spiega -. Se avessi voluto fare un accordo, lo avrei fatto nella mia regione. Li ho invece sconfitti. Dobbiamo incalzarli per dividerli e non unirli facendo propaganda".

Poi Zingaretti rivolge lo sguardo al suo partito. "La prima rivoluzione che riguarda tutti noi è dire basta con l'illusione dell'io. Ritroviamo la bellezza e l'ebrezza del noi - dice -. Basta con la ego-crazia, scommettiamo su un campo largo, collegiale, dobbiamo diventare piu' ricchi di contenuti e tornare a credere in opinioni che contribuiscono a creare una decisione". "L'Italia ha bisogno di due cose: di crescere e di giustizia. Chi ha vinto il 4 marzo lo ha fatto perché ha promesso, ma chi ha vinto ha tradito le promesse e sta lasciando alle nuove generazioni un Paese più povero e ingiusto. Molti cominciano a sospettare, vedendo l'atteggiamento isterico e fanatico dei loro leader. Quello che manca è qualcuno che lo dica, costruisca un progetto e li mandi presto a casa. Non sarà facile, ma io vi prometto che ce la faremo tutti insieme", conclude.