Mercoledì 24 Aprile 2024

Nessuno vuole Draghi al Quirinale. Destra in conclave, idea Moratti

Leader e peones preferiscono che resti a Palazzo Chigi. Giovedì il vertice nella villa di Berlusconi

Il premier italiano Mario Draghi, 74 anni, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz (63)

Il premier italiano Mario Draghi, 74 anni, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz (63)

"Anche questi inglesi, però, che si decidano!". Tra lo sbotto d’ira e lo sfottò alla perfida Albione, in un freddo e scuro, oltre che solitario (è lunedì), cortile di Montecitorio, si commenta la correzione di rotta della stampa britannica. Pochi giorni fa l’Economist aveva premiato l’Italia come "Paese dell’anno 2021" pregando Draghi di restare a Palazzo Chigi. Ora, però, secondo un editoriale sul Financial Times firmato da Bill Emmott, Mario Draghi "può servire meglio il Paese" da Capo dello Stato che non da premier. "Draghi – sostiene Emmott –, da ottimo economista conosce bene la teoria del second best (seconda scelta, ndr). In un mondo perfetto dovrebbe rimanere premier, ma se il risultato perfetto è irraggiungibile, è giusto optare per la migliore soluzione imperfetta. Draghi sia eletto presidente della Repubblica e da lì, i prossimi sette anni, sovrintenda alle questioni". Perché, scrive ancora, "sei mesi con le mani su un volante sempre più tremolante" sono peggio "di sette anni da autorevole vigile urbano".

Ora, al netto delle valutazioni di Emmott, resta il punto. Draghi, al Colle, non lo vuole nessuno. Né i parlamentari peones – che temono per la fine anticipata della legislatura – né i principali leader politici italiani, da Salvini a Letta e Conte, passando, ovviamente, per Silvio Berlusconi.

Ieri, il premier ha avuto una giornata assai intensa – prima l’incontro con il neo cancelliere tedesco, Olaf Scholz, per un vertice informale ma proficuo ("I nostri due Paesi parleranno con una voce sola") e poi con i sindacati, sul piede di guerra, scioperanti (Cgil e Uil) e no (Cisl) sulle pensioni.

Ma mentre Draghi coltiva in silenzio le sue ambizioni, e Mattarella pensa soltanto a fare gli scatoloni, persino la Meloni, che pure voleva mandare Draghi al Colle sperando in elezioni anticipate a breve, ha rinfilato la spada nel fodero. Meloni che giorni fa ha incontrato a pranzo Letizia Moratti. La ex ministra del centrodestra, oggi assessora al Welfare nella giunta lombarda, potrebbe essere la nuova carta da giocare. Meloni e Fratelli d’Italia, che non vedono affatto di buon occhio la auto-candidatura del Cavaliere, ritengono tutti gli altri candidati di centrodestra (Casellati, Pera) troppo deboli e poco appetibili per convincere davvero il pattuglione centrista.

In ogni caso, giovedì nella villa romana del Cavaliere si terrà il tanto a lungo agognato e ricercato, specialmente dal leader leghista Matteo Salvini, vertice dei tre leader del centrodestra per cercare la strategia comune per il Colle che ora non c’è. "Io, se si candida, voto Berlusconi", assicura la leader di Fd’I, "di noi non si deve preoccupare", ma Berlusconi si preoccupa eccome di lei come di Salvini, un altro che vuole Draghi resti dov’è. La Moratti potrebbe essere quel "piano B" di cui parla Ignazio La Russa, che però ancora manca. E il centrosinistra? In tutto questo, non tocca palla.