Giovedì 25 Aprile 2024

Governo M5S-Lega, base grillina in rivolta. "Salvini il Dudù di Berlusconi"

Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano ormai vicinissimi a un accordo per la formazione del governo, anche grazie alla 'benevola astensione' di Silvio Berlusconi. Ma proprio la presenza e il ruolo del Cavaliere agitano la base del Movimento 5 Stelle. Gli elettori grillini chiedono una legge sul conflitto di interesse e temono la cancellazione di norme anti corruzione e in materia di giustizia Governo Lega-M5S, incontro Di Maio-Salvini: "Passi avanti significativi" Governo Lega-M5S, il toto-ministri. Giovannini e Bongiorno, una poltrona per due

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio

Roma, 10 maggio 2018 - Se governo giallo-verde sarà, gli elettori di Lega e Movimento 5 Stelle dovranno anche ringraziare la 'benevola astensione' di Silvio Berlusconi, finora considerato il nemico numero uno dai grillini. E infatti è bastato l'annuncio del Cavaliere per agitare le acque di un Movimento nato sull'avversione all'ex presidente del Consiglio. Sul Blog delle Stelle, erede del blog di Beppe Grillo, gli animi dei militanti e degli elettori oscillano tra lo sconforto, la rabbia e la più accesa indignazione. Marco M. si rivolge direttamente a Luigi Di Maio e rimprovera al leader la fine dell'epoca della trasparenza, un mantra per il Movimento che cinque anni fa si affacciò in Parlamento: "Io vorrei stare con te. Ma non trasmetti più niente! Vi si sono rotte tutte le webcam? Che fine hanno fatto gli streaming? Cosa vi dite che non possiamo sentire?". Un'accusa pesante, per chi aveva promesso di scardinare riti e vizi della Prima (e Seconda) Repubblica. Ma le critiche a Di Maio sono pesanti anche quando parla e tenta di spiegare lo stato delle trattative. Basta andare sulla pagina Facebook del leader per rendersene conto. Sotto il video in cui annuncia appunto che presto sarà dato un governo al Paese, Di Maio incassa commenti poco teneri: "La Lega è il cavallo di Troia dentro il quale si nasconde Berlusconi", "Alla fine il Berluska ce l'ha fatta! Ora addio al conflitto di interessi, alla lotta seria alla corruzione", "Non mi aspetto granché, perché con Salvini (il Dudù di Berlusconi) non si potranno fare legge anticorruzione e legge sul conflitto di interessi", "Vi stanno fregando! Dietro Salvini c'è Berlusconi! Ma si può essere più ingenui di cosi! Faranno cadere il governo e ve ne daranno la colpa. Di Maio non potrà più candidarsi. Si andrà a elezioni e il centrodestra farà man bassa". E così via in un crescendo di allarmi e proteste online.

L'euforia per il primo possibile governo nazionale targato 5 Stelle c'è, ma è offuscata dall'ombra del Cavaliere. Tra i commenti della base indignata per questo cedimento a destra, versante berlusconiano, c'è quello di Andrea Severini, marito del sindaco di Roma Virginia Raggi - da qualche tempo riavvicinatosi alla moglie. Pubblica la foto di Renzi e Berlusconi e scrive che "alla fine questi due signori si sono rivelati per quello che sono, tutti e due sapevano che se fossimo ritornati alle urne sarebbero spariti. Mi rimane comunque il senso di nausea perché se penso alla Lega...". Un poco - ma davvero poco - più dialogante rispetto all'accordo con Berlusconi è il sanguigno Vittorio Di Battista, padre del pasionario ed ex deputato Alessandro: "Mi può pure star bene che al vecchio Nanetto ladro di tasse si dia la caramellina del 'sei meno impresentabile' di altri". Ma su una cosa Di Battista senior non transige: non si può concedere allo storico nemico di Arcore nulla sul fronte della giustizia, della corruzione, della prescrizione. Effettivamente la base non è contraria per partito preso, ma teme per la tenuta del programma 5 Stelle. E per l'ipotesi che il tanto agognato governo pentastellato possa essere guidato in realtà da una figura terza. Sono in molti a rifiutare quest'idea, con toni più o meno preoccupati. A riassumere la rabbia è ancora Vittorio Di Battista, che rispolvera i toni battaglieri di una volta: "Il premier. Enrico Giovannini ipotizzato primo ministro? Ipotizzo il primo vaffanculo". Come ai vecchi tempi, quando il governo era molto più lontano.