Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni comunali Sardegna 2019, quando, come e dove si vota

Cagliari, Sassari, Alghero, Monserrato e Sinnai i principali Comuni al voto per eleggere sindaci e consiglieri. Tutto quello che c'è da sapere

Elezioni comunali in Sardegna, si vota domenica 16 giugno. Foto d'archivio

Elezioni comunali in Sardegna, si vota domenica 16 giugno. Foto d'archivio

Cagliari, 14 giugno 2019 - Le elezioni comunali 2019 si chiudono ufficialmente domani con la Sardegna al voto. Domenica 16 giugno infatti le urne saranno aperte in 28 Comuni dell'isola. Sono complessivamente 390 mila gli elettori che saranno chiamati alle urne per la designazione diretta di sindaci e consiglieri comunali. I principali comuni dove si vota sono Cagliari, Sassari, Alghero, Monserrato e Sinnai, che hanno oltre 15mila abitanti. Il capoluogo isolano va al voto con due anni di anticipo per le dimissioni del sindaco Massimo Zedda, che ha optato per il Consiglio regionale dove siede all'opposizione dopo aver perso la sfida per la guida della Regione contro Christian Solinas. Niente elezioni invece ad Austis, in provincia di Nuoro: qui per la quinta volta consecutiva non è stata presentata alcuna lista. Nel capoluogo di regione si voterà anche per la Municipalità di Pirri, per eleggere il presidente e i consiglieri.

LA GIORNATA / Urne aperte in Sardegna dalle 7 alle 23

Quando si vota

I cittadini potranno presentarsi ai seggi di appartenenza dalle 7 alle 23 di domani. Gli elettori che alle 23 saranno ancora all'interno dei locali del seggio saranno ammessi a votare. Per esprimere il voto, l'elettore dovrà mostrare al presidente di seggio la tessera elettorale personale, o un suo attestato sostitutivo, e un documento di riconoscimento. Lo spoglio comincerà subito dopo la chiusura dei seggi e dovrà essere completato entro le 12 ore successive. 

Meno di 15mila abitanti, come si vota

Nei Comuni con meno di 15mila abitanti non è ammesso il voto disgiunto. Gli elettori potranno votare per una lista tracciando una X sul simbolo, attribuendo automaticamente il voto anche al candidato sindaco o alla candidata sindaca collegato/a a quella lista, oppure segnare con una X solo il nome del candidato sindaco o della candidata sindaca senza esprimere alcuna preferenza di lista. Nella scheda sarà possibile indicare due preferenze: due nomi della stessa lista, purché siano di genere differente.

Oltre 15 mila, sì al voto disgiunto

Nel caso di centri con oltre 15 mila residenti, sarà valido anche il voto disgiunto, che potrà essere espresso per un candidato sindaco o una candidata sindaca di uno schieramento e per una lista avversaria non collegata. Sempre nel caso di centri con oltre 15 mila residenti, inoltre, se il candidato sindaco o la candidata sindaca non ottenesse la maggioranza assoluta delle preferenze (il 50% più una), è previsto il ballottaggio.

Quando il ballottaggio?

Il secondo turno è fissato per domenica 30 giugno e il vincitore sarà il candidato che raccoglierà la maggioranza dei voti.

Tutti i Comuni al voto

Questi i comuni interessati: Cagliari, Sassari, Monserrato, Sinnai e Alghero, centri con oltre 15mila abitanti nei quali è previsto l'eventuale turno di ballottaggio il 30 giugno. Poi ci sono i comuni di Calasetta, Esterzili, Genoni, Guasila, Samatzai, San Gavino Monreale, Sant'Anna Arresi, Serrenti, Villasimius per il Sud Sardegna. Bosa, Magomadas, Sini, Sorradile per la Provincia di Oristano, Austis, Onanì, Ortueri, Sarule, Tortolì, Villagrande Strisali per qualla di Nuoro e infine Golfo Aranci, Illorai, Putifigari, e Sorso per quella di Sassari. 

Test per i partiti, ma pesa l'incognita astensione

Le amministrative in Sardegna sono un test importante per i partiti anche se incombe l'incognita astensione per le urne aperte in piena estate e con una campagna elettorale giocata molto sui social. Dopo aver schivato il terremoto di un ricorso al Tar che, se accolto, le avrebbe fatto perdere gli otto seggi in Consiglio regionale, la Lega, ora nell'occhio del ciclone per il caso vitalizi, punta a bissare l'exploit delle Europee. Con un balzo il Carroccio è diventato il primo partito nell'isola: alle Regionali era arrivato secondo subito dopo il Partito democratico, che aveva tenuto nonostante il calo dei consensi. Ora il Pd prova a mantenere il governo delle tre principali città dell'Isola sinora a trazione centrosinistra: Cagliari, Sassari e Alghero. E per difendere queste roccaforti è arrivato in Sardegna il segretario dem Nicola Zingaretti, che ha puntato sulla passione politica contrapposta a "selfie, barzellette e finti litigi".

Nel capoluogo - con la sfida a tre tra Francesca Ghirra per il centrosinistra, Paolo Truzzu per il centrodestra e Angelo Cremone con la civica Verdes - manca il Movimento 5 stelle, che alle Regionali aveva subito un crollo verticale recuperando qualcosa alle Europee: alla lista è stata ritirata la certificazione dopo le polemiche sollevate per vecchi post su Facebook del candidato sindaco Alessandro Murenu, in cui esprimeva posizioni contrarie alle unioni civili e all'aborto. I pentastellati ci provano però ad Alghero con Roberto Ferrara - che sfida l'uscente Mario Bruno (centrosinistra) e Mario Conoci (centrodestra) - e a Sassari, dove la corsa è a sette, rilanciando uno dei loro 'must' sui costi della politica: le pensioni dei consiglieri regionali.