Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni comunali 2022: destra avanti nelle grandi città. Tommasi in contropiede a Verona

Exit poll, a Genova e Palermo candidati moderati verso la vittoria al primo turno. Centrosinistra in testa a Parma

Il centrodestra vince o è avanti nelle città più grandi e importanti e paga caro le divisioni interne, al punto di incappare in flop inaspettati come a Verona. Il centrodestra, secondo gli exit poll delle elezioni comunali 2022, risulta vittorioso, già al primo turno, nei due capoluoghi di regione più grandi e importanti, Genova (Liguria) e Palermo (Sicilia), anche grazie a un sistema elettorale speciale che, nel capoluogo siciliano, assegna la vittoria a chi ottiene il 40% dei voti. Inoltre, sfiora il colpaccio anche a L’Aquila (Abruzzo), dove va al ballottaggio, ma avanti di molto: vittoria quasi sicura in ogni caso anche qui. Sicuro il ballottaggio per il centrodestra davanti al centrosinistra nel quarto capoluogo di regione, Catanzaro (Calabria), dove paga le divisioni interne, e nei due importanti capoluoghi di Verona e Parma dove però sarà il centrosinistra a partire largamente favorito.

Elezioni comunali 2022, centrodestra avanti nelle grandi città
Elezioni comunali 2022, centrodestra avanti nelle grandi città

A Parma era prevedibile vedere avanti il centrosinistra, ma il risultato di Verona con il centrosinistra in testa e pure di parecchio sul centrodestra diviso in due (e non si sa ancora chi tra Sboarina e Tosi sfiderà Tommasi), è clamoroso e indica quanto costano tutti gli errori di un centrodestra diviso e litigioso. Bisognerà poi vedere, ma si saprà solo oggi, dei voti di lista e di una competizione tra Lega e Fd’I che è stata serrata fino alla fine con il partito della Meloni che voleva diventare primo partito nazionale (sul Pd, anche se di poco) e di certo primo partito del centrodestra, specie nei comuni del nord mentre i voti di lista della Lega sembravano in caduta libera. Ma due importanti candidati sindaci di Fd’i (Bocchi a Parma, 6-8% e Ferro, 7-9%) si piazzano solo quarti, non brillano. Dall’altra parte, il Pd incasserà più dei sei sindaci uscenti del 2016 su 26 capoluoghi mentre il M5s è, in moltissimi casi, non pervenuto come lista.

A Genova e Palermo vincono candidati moderati (Marco Bucci con il 51-55% e Roberto Lagalla con il 43-47%, in questo secondo caso vuol dire vittoria al primo turno) che si impongono su candidati molto spostati a sinistra (Dello Strologo a Genova con il 36-40%, Miceli con appena il 27-31% a Palermo) occupando tutto lo spazio del centro, tanto che – sia con il simbolo che senza – i candidati renziani e di Azione (solo a Genova, però, non a Palermo, per Azione che ottiene un buon risultato con il terzo piazzato, Ferrandelli, tra il 15 e il 19%) concorrono al successo delle destre.

Due sconfitte secche, per il centrosinistra, proprio come quella dell’Aquila, con la candidata di super sinistra Pezzopane in una città storicamente moderata, dove vince il centrodestra con Biondi (49-53%) lasciando il centrosinistra al palo (solo 23-27%). A Parma e Verona, invece, dove si va al ballottaggio, il centrodestra paga le sue divisioni interne e i candidati schierati l’uno contro l’altro, ma anche buoni candidati del fronte avverso. A Parma il centrosinistra è nettamente avanti con Guerra (ex assessore di Pizzarotti) al 40-44%, ma FdI non sosteneva il candidato di Lega e FI, Pietro Vignali (che si deve accontentare di un misero 19-23%), e si presentava da sola, con Priamo Bocchi, peraltro surclassato anche dal centrista di Azione Dario Costi (terzo al 10-14%), agevolando la rincorsa del centrosinistra.

In una città storicamente di destra come Verona succede qualcosa di clamoroso: il centrosinistra, storicamente debole in città, con un ex calciatore della Nazionale (Damiano Tommasi) arriva al 37-41% in testa per il futuro ballottaggio mentre le divisioni penalizzano, anzi polverizzano il centrodestra: il candidato forte di FdI, Federico Sboarina, pur appoggiato da Lega e centristi, raccoglie appena il 27-31% e, allo stato, non si sa se andrà lui al ballottaggio, indebolito dalla lista guidata dall’ex leghista Flavio Tosi, appoggiato da FI come pure da Iv, che si ferma al 27-31%: bisognerà vedere a chi dei due candidati dovrà decidere di dare i suoi voti all’altro. Infine, anche a Catanzaro il centrodestra è costretto al ballottaggio con Valerio Donato (40-44%, un ex dem, peraltro), favorendo la rimonta del candidato del centrosinistra, Nicola Fiorita (31-35%) mentre terzo si piazza il centrista Talerico (13-17%): farà pesare i suoi voti al ballottaggio.